Torino, Stato chiede 6,8 mln a centro sociale per danni cortei No Tav

Cronaca

Si tratta di un risarcimento per le spese sostenute in occasione delle scorribande antagoniste contro i cantieri del Tav in Valle di Susa da Askatasuna, ma in qualche caso anche nel capoluogo subalpino, nell'arco di quattordici mesi fra il 2020 e il 2021

ascolta articolo

Supera i 6,8 milioni di euro la somma chiesta dalla Presidenza del consiglio e dai ministeri dell'Interno e della Difesa, costituiti parte civile, agli esponenti del centro sociale torinese processati con l'accusa di associazione per delinquere. Si tratta di un risarcimento per le spese sostenute in occasione delle scorribande antagoniste contro i cantieri del Tav in Valle di Susa, ma in qualche caso anche nel capoluogo subalpino, nell'arco di quattordici mesi fra il 2020 e il 2021. Lanci di pietre, barricate, incendi. Solo per "il ripristino dell'ordine pubblico", si legge nella memoria consegnata da Mauro Prinzivalli e Alessandra Simone, legali dell'Avvocatura distrettuale, sono stati conteggiati 4,1 milioni. Ci sono le spese di assistenza agli agenti feriti (86 mila euro), gli straordinari (135 mila euro), la messa fuori uso delle auto di servizio (40 mila euro), gli stanziamenti al personale: per presidiare i luoghi 24 ore su 24 il ministero dell'Interno ha alternato 205.988 unità nel 2020 e 266.451 nel 2021. E c'è una parte cospicua dedicata al 'danno non patrimoniale', che deriva da voci come "la lesione al prestigio di un'ente", l'"eco mediatica", "le ricadute socioeconomiche negative". La società che si occupa della costruzione del Tav, la Telt, per il tramite dell'avvocato Davide Zaniolo ha chiesto a sua volta un milione di euro. Sono numeri che evocano uno scenario che, se non è di guerra, è di conflittualità permanente.

28 gli imputati

Dei 28 imputati, sedici sono chiamati a rispondere di associazione per delinquere. Alla scorsa udienza i pm avevano chiesto condanne per un totale di 88 anni di carcere. La tesi dell'accusa è che all'interno di Askatasuna si sia creato (forse già dal 2009) un comitato ristretto di persone che coordinano, dirigono e indirizzano le azioni violente. Ma la difesa non ci sta. "E' una vecchia idea della polizia - ha detto oggi l'avvocato Claudio Novaro - che è stata più volte smentita dai fatti. Stupisce che i magistrati della procura continuino ad andarle dietro. Abbiamo visto cortei con migliaia di persone organizzati da assemblee in cui c'erano No Tav, anarchici, centri sociali di altre città e due o tre attivisti di Askatasuna: come si fa a parlare di 'regia' o di associazione?" L'Avvocatura distrettuale lamenta "l'irrilevanza delle sanzioni imposte" agli attivisti, come i fogli di via o il divieto di ritorno in Valle di Susa. Uno dei leader del centro sociale, Giorgio Rossetto, 62 anni, la scorsa settimana è stato fermato in Liguria. Da tempo è sottoposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Bussoleno (Torino) e ogni sua richiesta di partecipare a qualche iniziativa (funerali, eventi pubblici, feste di paese) viene sistematicamente respinta. Così è andato a Taggia (Imperia) a trovare la fidanzata. Il giudice lo ha rimesso in libertà chiedendogli di non tornare.

Cronaca: i più letti