Caso Seymandi, dopo l'archiviazione per gli haters il legale chiede l'imputazione coatta

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La decisione di archiviare, secondo il pm Furlan, è supportata dal fatto che sui social "non pare più esigibile che la critica ai fatti privati delle persone si esprima sempre con toni misurati e eleganti". Ma il legale Claudio Strata chiede al giudice di ordinare il proseguimento delle indagini o l'imputazione coatta

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Dopo la richiesta di archiviazione della procura per gli hater che avrebbero diffamato Cristina Seymandi, il suo legale Claudio Strata chiede al giudice di ordinare il proseguimento delle indagini o l'imputazione coatta. Lo riporta La Stampa. La decisione di archiviare, secondo il pm Furlan, è supportata dal fatto che nel social "non pare più esigibile che la critica ai fatti privati delle persone si esprima sempre con toni misurati e eleganti. La progressiva diffusione di circostanze attinenti la vita privata e la diffusione dei social ha reso comune l'abitudine ai commenti, anche con toni robusti, sarcastici, polemici e inurbani".   

Seymandi: "Offesa due volte"

Ieri il pm aveva chiesto l’archiviazione per gli insulti ricevuti in rete dall’imprenditrice e collaboratrice dell’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, che era diventata conosciuta sul web dopo la diffusione del video in cui l’ex fidanzato Massimo Segre annullava le nozze accusandola di tradimento. ''Non mi aspettavo queste motivazioni. Subito sono rimasta senza parole, poi ho riflettuto su quanto scritto dal magistrato", aveva commentato ieri in un'intervista al Corriere della Sera Seymandi in merito alla richiesta di archiviazione da parte della Procura di Torino. "In pratica, è un liberi tutti. Ciò che è vietato dire verbalmente nel mondo reale viene sdoganato sul web, che diventa uno schermo di protezione per gli haters'', ha dichiarato la donna, spiegando di sentirsi offesa "due volte".

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