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Acqua razionata in Basilicata: cosa sta succedendo

Cronaca

La crisi idrica coinvolge circa 140mila persone, tra cui i cittadini di Potenza. Da settimane, la popolazione subisce drastici tagli alla fornitura di acqua, con interruzioni che in alcuni casi superano le 30 ore consecutive. La Regione ha pianificato investimenti per 230 milioni. Proteste dei cittadini

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Da diverse settimane la Basilicata sta affrontando una crisi idrica senza precedenti, che sta mettendo a dura 29 Comuni dello schema Basento-Camastra, tra cui il capoluogo di regione, Potenza, per un totale di circa 140 mila persone. I cittadini stanno facendo i conti con drastiche riduzioni dell'erogazione di acqua che in alcuni casi superano le 30 ore consecutive. La situazione, aggravata da una stagione di scarse precipitazioni e dalla presenza infrastrutture obsolete, ha scatenato proteste davanti alla sede del Consiglio regionale a Potenza. Lunedì, in concomitanza con la seduta straordinaria dell'Assemblea sull'emergenza idrica, alcune centinaia di persone hanno nuovamente manifestato per denunciare la situazione in cui stanno vivendo. I cittadini hanno bloccato il traffico ed esposto striscioni e cartelloni di protesta in particolare contro la scelta di far convogliare l'acqua del fiume Basento nella diga del Camastra (ormai prosciugata): dalle prime di ore di stamani l'acqua del Basento, dopo la potabilizzazione.

Bardi difende la scelta di ricurrere all'acqua del Basento

Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, che è anche commissario straordinario per l’emergenza idrica, ha difeso la scelta come inevitabile. Ha spiegato che l’acqua del Basento, dichiarata potabile dall’Azienda sanitaria di Potenza sulla base delle analisi dell’Arpab, rappresenta al momento l’unica opzione per garantire il fabbisogno idrico. Bardi ha aggiunto che i prelievi devono essere limitati per evitare danni all’ecosistema fluviale. "Se non avessi autorizzato il prelievo un mese e mezzo fa, oggi saremmo completamente senza acqua", ha dichiarato, sottolineando che altre città italiane, come Firenze e Roma, già ricorrono all’uso di acque fluviali in situazioni di necessità.

 

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Pianificati investimenti per 230 milioni di euro sulle infrastrutture idriche

Nel frattempo, la Regione ha pianificato investimenti oltre 230 milioni di euro nel settore idrico. Tra i principali interventi previsti, ci sono il miglioramento delle infrastrutture della diga del Camastra, lo sfangamento del bacino, la realizzazione di un nuovo scarico di superficie e l’adeguamento degli impianti delle principali dighe lucane, come quelle del Sinni e del Pertusillo. Inoltre, lavori di potenziamento alla diga di Senise – la più grande in terra battuta d’Europa – mirano a ripristinarne la piena capacità di invaso, che rappresenta metà di quella totale della Basilicata.

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La protesta delle opposizioni

Nonostante le promesse e i piani d'intervento la situazione resta critica. L'opposizione ha accusato il governo regionale di inefficienza nella gestione della crisi. Una richiesta di commissione d’inchiesta, presentata da Angelo Chiorazzo (Basilicata casa comune) per analizzare le cause del problema e le azioni intraprese, è stata bocciata dalla maggioranza. Sul piano nazionale, il deputato del Partito democratico Enzo Amendola ha chiesto l’intervento della Protezione civile, definendo la gestione dell’emergenza «fallimentare» e denunciando disservizi senza precedenti.

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Il paradosso della Basilicata

La situazione rappresenta un paradosso per una regione che non solo ha sempre goduto di abbondanza idrica, ma ha anche fornito acqua ad altre regioni vicine. Il problema è gran parte di questa risorsa viene dispersa a causa di reti e condotte ormai vecchie che necessitano di interventi urgenti, e i troppi sprechi. Tutti problemi amplificati da un clima sempre più imprevedibile. Con le riserve al limite e la fiducia dei cittadini al minimo, la Basilicata si trova a fronteggiare un problema strutturale che richiede interventi urgenti per garantire una risorsa essenziale e rispettare la dignità dei cittadini.

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