La Sicilia è ancora senz'acqua. I numeri della siccità sull'isola

I sette osservatori distrettuali per gli utilizzi idrici in cui è suddiviso il Paese hanno aggiornato i dati sulle riserve idriche a inizio settembre. A differenza dello scorso anno, quando la situazione era critica in molte aree, le abbondanti piogge cadute in estate su larga parte delle regioni settentrionali ci permettono di affrontare l’autunno senza timore per le riserve di acqua destinata alla popolazione, all’industria e ai campi coltivati. Le cose, però, vanno peggio per i distretti appenninici e sono decisamente drammatiche per la Sicilia, dove lo stato di severità idrica è preoccupante ed è ormai “severa” da mesi. I dati sulle riserve negli invasi di settembre sono pessimi, con la Regione che al termine dell’estate ha la metà del volume di acqua presente nelle dighe rispetto al 2023, e alcune sono letteralmente a secco. Invasi artificiali asciutti Le 29 dighe monitorate dall’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia in molti casi contengono pochissima acqua, e alcuni invasi sono completamente asciutti. Comunelli, in provincia di Caltanissetta, Fanaco, Leone nel palermitano e Zafferana nel catanese riportano un più che esplicativo 0,00 nel numero di milioni di metri cubi di acqua disponibili. Cimia, Disueri, Furore, Gorgo Lago e Rubino hanno le scorte esaurite, meno di un milione di metri cubi. Il dato colpisce, ma tutti gli invasi artificiali citati sono medio-piccoli, dalla capacità inferiore ai 25 milioni di metri cubi . L’ammanco idrico maggiore si registra negli invasi più grandi, come quello creato dalla diga Ogliastro , che interrompe il corso del fiume Gornalunga; qui la capacità potenziale è di 110 Mmc e la riserva attuale è di soli 21 Mmc. O la diga Rosamarina che blocca il San Leonardo, un invaso capace di contenere 100 Mmc ma che al momento ne conta solo 14. E peggio di tutte sta l’invaso generato dalla diga Pozzillo, in provincia di Enna: 150 Mmc a pieno regime e la miseria di 2,61 Mmc oggi. Per ridimensionare almeno un po’ la drammaticità della comparazione tra l’invaso pieno e la riserva residua, va detto che in questo periodo dell’anno è normale che la quantità di acqua disponibile sia inferiore rispetto agli altri mesi dell’anno. Ma se paragoniamo i dati appena rilasciati dall’Autorità di Bacino del DIstretto Idrografico siciliano con quelli dello scorso anno, svaniscono le possibilità di dare interpretazioni e letture anche solo vagamente positive. Nel settembre del 2023 complessivamente negli invasi artificiali c’erano 392 Mmc, dodici mesi dopo ce n’è poco più della metà, 202 Mmc. E il saldo col mese scorso segna meno 11%. Il tutto nonostante il razionamento idrico attivato in Sicilia dall’inizio dell’estate, che dopo aver colpito gli usi irrigui adesso interessa anche l’acqua per la cittadinanza. cause La condizione di siccità severa è attribuibile ad almeno due cause. La prima è la scarsità di precipitazioni, che ha provocato i primi allarmi-siccità lanciati dalla Regione fin dai primi mesi del 2024. L’altra causa è l’innalzamento delle temperature, che comporta una più rapida evapotraspirazione, cioè la quantità di acqua persa da terreno e vegetazione. E in base ai risultati di uno studio condotto da un team internazionale di ricercatori del World Weather Attribution - che ha monitorato le condizioni che hanno innescato la siccità in Sardegna e Sicilia negli ultimi dodici mesi - l’innalzamento di oltre un grado centigrado rispetto alla media stagionale ha accelerato e intensificato il fenomeno.