Acqua, le risorse idriche si sono ridotte del 18,4% in Italia nel 2023: il rapporto Ispra
CronacaLa situazione è migliorata rispetto al 2022, anno che ha fatto toccare il minimo storico dal 1951, ma secondo la ricerca la riduzione nel lungo periodo rimane un trend in crescita. La disponibilità d'acqua è maggiore sulle Alpi Orientali, bene in Friuli mentre va peggio in Sicilia e Puglia
Le risorse idriche in Italia continuano a diminuire. Lo afferma l'ultimo rapporto Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) secondo cui la disponibilità di risorsa idrica, sebbene in ripresa rispetto al minimo storico del 2022, ha registrato una riduzione a livello nazionale del 18,4% rispetto alla media annua del lungo periodo 1951–2023 e di quasi il 16% rispetto al trentennio climatologico 1991-2020. "Tale riduzione - scrive l'Istituto - è l’effetto combinato di un deficit di precipitazione, specialmente nei mesi di febbraio, marzo, settembre e dicembre, e di un incremento dei volumi idrici di evaporazione dagli specchi d’acqua e dal terreno e di evapotraspirazione dalla vegetazione".
Buone le precipitazioni in Friuli, modeste in Sicilia e Puglia
Nel 2023 il valore massimo di disponibilità d'acqua è quello delle Alpi Orientali con circa 664 mm (poco più di 23 miliardi di metri cubi), "valore che costituisce il 51,2% della precipitazione annua e che corrisponde a circa cinque volte la disponibilità di risorsa nel distretto della Sicilia per lo stesso anno".
Nel 2023 è andato bene il Friuli Venezia Giulia, Regione con il massimo di precipitazione totale annua (più di 1750 mm), mentre la Sicilia è risultata la Regione con il minimo di precipitazione (565,5 mm). In termini di disponibilità naturale della risorsa idrica è però la Puglia ad ottenere il punteggio peggiore: solo 100 mm nel 2023 (quasi la metà del valore medio sul lungo periodo).
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Conclusioni
Secondo il rapporto Ispria "in linea generale, la siccità ha continuato a caratterizzare tutto il 2023 pur in maniera diversificata sul territorio nazionale e sebbene in minor misura rispetto al 2022. Situazioni di siccità estrema e severa hanno interessato nei primi mesi dell’anno i territori del nord e del centro Italia, già colpiti dalla grave siccità del 2022, attenuandosi nel corso del 2023. Di contro, negli ultimi tre mesi dell’anno, che generalmente risultano i più piovosi, in particolare in Sicilia e in parte della Calabria ionica, si è registrato un consistente deficit di precipitazione. Tale deficit ha determinato una situazione di siccità estrema con effetti che si sono protratti nel 2024 investendo il centro-sud Italia e le isole maggiori".
Meglio dell'anno precedente
Un dato positivo è invece quello paragonato all'anno 2022. Nel 2023, infatti, "la precipitazione totale annua relativa al territorio nazionale, con quasi 924 mm, corrispondenti a circa 280 miliardi di metri cubi, ha fatto registrare un aumento del 28,5% rispetto al 2022, anno in cui con circa 719 mm si è toccato il minimo storico dal 1951 ad oggi".