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Omicidio Giulia Cecchettin, Turetta nel memoriale: "Ho 20mila foto di lei nel cellulare"

Cronaca
©Ansa

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il reo confesso del femminicidio avrebbe scritto “io ogni volta che ci vedevamo facevo tante foto a Lei (sempre scritto in maiuscolo nel memoriale) o a entrambi insieme. Mi piaceva farlo ed era un’abitudine. Ci saranno almeno tra le 15mila e le 20mila foto nella galleria del mio cellulare”

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Sono emersi nuovi dettagli sul memoriale di 80 pagine scritto da Filippo Turetta in carcere: in base a quanto riportato dal Corriere della Sera, il reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin avrebbe scritto: “Io ogni volta che ci vedevamo facevo tante foto a Lei (sempre scritto in maiuscolo nel memoriale, ndr) o a entrambi insieme. Mi piaceva farlo ed era un’abitudine. Ci saranno almeno tra le 15 mila e le 20 mila foto nella galleria del mio cellulare”. Secondo quanto affermato da Turetta, Giulia Cecchettin “non era preoccupata o infastidita da questo”. Inoltre l’abitudine di immortalare la ragazza sarebbe stata ripetuta anche sabato 11 novembre: “Ho scattato diverse foto a noi o solo a Lei ma non c’è niente di strano in questo”, avrebbe scritto Turetta.

Il memoriale scritto da Turetta

Nel memoriale, sempre in base a quanto riportato dal Corriere, Turetta avrebbe scritto anche che “Lei è stata la mia prima e sola ragazza", e parlato di sé: "Non ho molti ricordi della mia vita e non mi sento di avere tanto da dire", ha scritto. "Ho sempre avuto pochi amici ed è la cosa che spesso mi dispiaceva di più", e si è definito "timido". Inoltre Turetta avrebbe scritto che "io spesso mi sentivo solo e questa solitudine mi pesava, vedevo tanti invece per cui non era così e che avevano dei bei gruppi di amici e/o erano fidanzati. Io ero un po’ invidioso di questo perché avrei desiderato almeno uno dei due ma niente. (…) Mi sono sempre sentito molto sfigato".

Turetta: "Devo e voglio pagare"

Nel memoriale Turetta ha anche scritto: "Io non voglio affatto sottrarmi dal dire tutta la verità e prenderne tutte le responsabilità che ne conseguono". "È vero. Può sembrare un po' ridicolo che io dica queste cose perché ho mentito. Ammetto che nel primo interrogatorio a dicembre non ho detto la completa verità. Mi dispiace veramente di averlo fatto. Lo dico sul serio. Spero che possiate credere a queste mie parole di adesso", ha scritto rivolgendosi alla Corte d'Assise. "Mi dispiace di averlo fatto e non lo rifarei mai. Non avevo alcuna intenzione di prendere in giro nessuno, o di sottrarmi alla verità finale. Ho detto dall'inizio che ho fatto qualcosa di imperdonabile e devo e voglio pagare per questo e per tanti altri motivi".

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Il 3 dicembre attesa la sentenza

Venerdì Filippo Turetta si è presentato per la prima volta in aula, nella seconda udienza del processo a suo carico per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Turetta è stato sentito dal pm Andrea Petroni, dai legali di parte civile che assistono la famiglia della ragazza, e dai suoi avvocati di fiducia. In aula era presente anche Gino Cecchettin, il padre di Giulia. La sentenza è attesa per il 3 dicembre. "Prevedo una commisurazione della pena della giusta severità", ha detto Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta, spiegando inoltre "che i processi per reati come i femminicidi vengano definiti con l'ergastolo è abbastanza frequente. È una possibilità".

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