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Scambio elettorale politico-mafioso, sindaco Maurizio Falanga arrestato nel Napoletano

Cronaca
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I carabinieri di Torre Annunziata (Napoli) hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea nei confronti del sindaco Maurizio Falanga, del vice sindaco di Poggiomarino (Napoli) e di un imprenditore

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L’accusa è di scambio elettorale politico-mafioso. I carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata (Napoli) hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea nei confronti del sindaco Maurizio Falanga, del vice sindaco di Poggiomarino (Napoli) e di un imprenditore. Per i tre indagati c’è anche l'aggravante dell'avvenuta elezione di due dei partecipi, tra cui il primo cittadino. Il sindaco di Poggiomarino, 50 anni, è stato eletto nel 2020 da una coalizione che raggruppava liste civiche (Rialziamo la Testa, Cambiamo Insieme, Fare civico) con Fratelli d'Italia, Forza Italia e Unione di Centro.

Il sindaco di Poggiomarino Maurizio Falanga e il vice sindaco Luigi Belcuore sono finiti stamane agli arresti domiciliari; analoga misura cautelare è stata eseguita nei confronti di Franco Carillo, ritenuto dalla Dda intermediario tra la politica e il boss Rosario Giugliano, a capo dell'omonimo clan locale. 

Le indagini

Le elezioni su cui carabinieri e procura di Napoli hanno indagato sono le amministrative del 20 e 21 settembre 2020. In quell'occasione, è la prospettazione degli inquirenti, il clan capeggiato da Giugliano si sarebbe adoperato per far eleggere sindaco Falanga "esautorando potenziali candidati" avversari, facendo confluire i voti degli affiliati e imponendo "sulla cittadinanza locale delle condizioni d'intimidazione e di assoggettamento". Tutto con la promessa dell'affidamento di appalti pubblici. Franco Carillo, che aveva fatto anche candidare la sorella, invece, avrebbe ricoperto il ruolo di ufficiale di collegamento tra la politica e il boss Rosario Giugliano, all'epoca dei fatti appena scarcerato, e anche di garante degli accordi presi assicurando con la vittoria delle elezioni al primo turno una quota degli appalti alla camorra e assunzioni nelle ditte a cui sarebbero andati, tra cui quelli per la metanizzazione, la ristrutturazione e gestione del cimitero. Più volte, secondo quanto documentato dai carabinieri, Carillo ha incontrato il boss (che era in regime di libertà vigilata), per il giudice e la Dda  "fungendo da emissario per conto del sindaco Falanga e del vice Belcuore". 

Anche Belcuore, secondo i carabinieri, venne eletto in quella tornata elettorale grazie alla camorra e ottenne la carica di vice sindaco con delega ai lavori pubblici e al cimitero facendo anche in modo di far confluire alcuni appalti alla ditta di famiglia. Secondo quanto emerso dalle indagini il boss Rosario Giugliano (che in questa inchiesta è indagato), controparte nell'accordo politico-mafioso, avrebbe esercitato la sua influenza criminale per orientare le elezioni alla coalizione creata da Carillo mettendo fuori gioco i candidati che potevano disperdere voti o compromettere il risultato concordato della tornata elettorale in cambio di quanto pattuito: l'affidamento di lavori e servizi pubblici e assunzioni. Il sindaco Falanga vinse al primo turno la tornata amministrativa del settembre 2020 alla guida di una coalizione di centrodestra, ottenendo il 57,93% dei consensi contro il 42,07 del candidato di centrosinistra, il dem Giuseppe Annunziata.

"Una volta individuato il candidato sindaco della coalizione, nella figura di Maurizio Falanga, ed essendomi garantito l'appoggio di Carillo quale rappresentante dei moderati e di Luigi Belcuore quale esponente di Fratelli d'Italia, di fatto avevo il controllo della coalizione di centro destra e quindi della possibile amministrazione comunale". A parlare della vicenda delle elezioni a Poggiomarino e degli accordi presi per condizionarle è il boss Rosario Giugliano, in un interrogatorio, che risale al 4 ottobre 2023, agli atti dell'inchiesta sul voto di scambio politico-mafioso a Poggiomarino, in occasione della tornata elettorale del 20 e 21 settembre 2020 su cui hanno indagato i carabinieri di Torre Annunziata e la Dda di Napoli.   "Ebbi due incontri con Maurizio Falanga... - dice ancora il boss - gli illustrati le mie idee... lui fu subito d'accordo con me... gli incontri con Falanga erano stati preparati da Carillo... fui chiaro a dire che il mio aiuto passava dall'approvazione del Piano degli insediamenti produttivi a Poggiomarino, nonché dal progetto di riqualificazione del cimitero". "Di fronte alla ritrosia di altri candidati a fare un passo indietro - afferma ancora Rosario Giugliano - e di convergere su Maurizio Falanga, che io avevo individuato come candidato migliore, intervenni in prima persona...". 

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