"Vite - L'arte del possibile", l'intervista ad Alessandro Benetton

Cronaca

La nuova intervista del direttore di Giuseppe De Bellis per il ciclo di incontri dedicato a grandi italiani che hanno raggiunto il successo internazionale in onda giovedì 17 ottobre alle 20.30 su Sky TG24 disponibile anche on demand e su skytg24.it

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È Alessandro Benetton il protagonista del nuovo ciclo di “Vite - L’arte del possibile”, in onda su Sky TG24 giovedì 17 ottobre alle 20:30. L’imprenditore si racconta a Giuseppe De Bellis in un luogo da lui molto amato, casa sua, a Ponzano Veneto: “Siamo a casa mia e dei miei figli. È un luogo dei valori, io lo definirei così; un luogo dove sono riuscito a mettere assieme la semplicità che voleva trasferirmi la mia famiglia, la responsabilità ma anche le ambizioni e avere un posto dove poi tornare e riflettere con sé stessi e con le persone più vicine”.

La vita dell'imprenditore

Una storia, quella di Alessandro Benetton, sicuramente atipica. Sin dalla giovane età si è trovato catapultato dentro al mondo imprenditoriale e questo ha avuto un’influenza significativa su di lui. Si definisce un bambino “molto curioso, ero sicuramente alla ricerca precoce di un’indipendenza, e alla ricerca di me stesso”, aggiungendo un episodio divertente sulla scrittura dei temi nel periodo delle scuole elementari: “Parlavo dell’Europa, di deficit pubblico, dei ministri in difficoltà nel ristrutturare il debito del Paese, avevo nove anni ed evidentemente ascoltavo mio padre, in qualche maniera ero influenzato e facevo miei questi temi. Di sicuro, però, quegli scritti stanno a testimoniare che probabilmente dentro di me c’era già questo ruolo di ingaggiare gli altri nel fare le cose”. Benetton riflette sul legame profondo con la sede storica della famiglia e dell’azienda. Sin dall’infanzia, ha assistito a discussioni su una possibile delocalizzazione degli uffici: “Ricordo mio padre che tirava fuori questo mappamondo dicendo ‘chi è che può decidere dove è il centro di questo pianeta?’ E la risposta che lui si è dato, e che in qualche maniera poi ho interpretato io, è che il centro è dove riesci a far succedere le cose. E questa dimensione della provincia italiana ha dimostrato che può essere un centro di energia”. 

L'autobiografia di Benetton

Tra le tante attività e i successi dell’imprenditore è presente anche un’autobiografia, "La Traiettoria", rilasciata nel 2022: “La traiettoria è il risultato finale che è sconosciuto quando inizi un percorso. Per chi nasce privilegiato questo è un impegno, no? Cioè quello di scoprire che forse è stato tutto questo il centro della mia infanzia e poi anche della mia motivazione, essere alla ricerca di capire se tu veramente sei bravo, se riesci a stare in piedi da solo e tutto questo insieme di esercizi porta in qualche maniera a definire quella che diventa la tua traiettoria”. In un passaggio del libro Alessandro parla di quando era più giovane e cercava di dare dei consigli sull’evoluzione dell’azienda da nuova generazione. Suo papà l’ascoltava, ma le cose non cambiavano, rimaneva l’approccio della generazione precedente: “Oggi ho codificato tutto ciò in maniera più costruttiva. Ho capito che a un certo punto ci sono dei meccanismi che diventano più importanti dell’idea iniziale, nel senso che si cominciano a confondere le abitudini con le tradizioni”. 

L'entrata in Benetton

Poi la serie di eventi che lo portano a capire di voler intraprendere un percorso in autonomia, partendo da quando suo padre, pur rispettando la sua indipendenza, ha preferito il management aziendale, spingendolo così a intraprendere una propria carriera. In seguito, l’entrata in Benetton: “Mi chiamano alla guida della Benetton e io ci vado convinto che ci sia bisogno di una discontinuità, ma dopo un anno assieme dico ‘me ne devo andare perché non sono d'accordo’”, concludendo poi: “Diciamo che sono stati più i miei no, i miei rifiuti che mi hanno portato dove sono, invece di aver cercato questa finalità”. Da giovane si occupa anche di Formula 1 e, grazie all’intuizione del padre, l’azienda tessile trevigiana scende in pista: “Per me è stata un’esperienza molto formativa. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare qualcuno come Michael Schumacher: l’abilità di prenderlo è stato un passaggio fondamentale per la storia del gruppo, non solo per i successi nello sport ma anche perché ha permesso credibilità al marchio e alla famiglia”. Nella lunga intervista c’è spazio anche per un commento sul 14 agosto 2018, data del tragico crollo del Ponte Morandi. Alessandro, che non aveva ruoli all’interno del Gruppo, condivide il suo stato d’animo sull’evento che allora ha toccato la famiglia: “È un ricordo drammatico, tristissimo, che ancora in qualche maniera rappresenta un peso. Ero molto lontano, ero in viaggio con i miei figli e la prima reazione è stato il dolore, la disperazione, ti chiedi insomma potevo esserci io e poteva esserci mio figlio”.

Le interviste

Curato e realizzato dal direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis, “Vite – L’arte del possibile” è un ciclo di interviste dedicate al successo e alla capacità di raggiungerlo. Un ritratto professionale e personale di grandi italiani che si sono distinti nel proprio campo: dall’industria al cinema, dalla scienza allo stile fino all’arte e alla letteratura, divenendo noti in tutto il mondo. Le interviste entreranno anche a far parte della syndication dell’area news del Gruppo Comcast e potranno essere trasmesse anche da NBC.

Le interviste di “Vite – L’arte del possibile” sono disponibili anche tra i podcast di Sky TG24, sul sito skytg24.it

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