Dopo il ritrovamento del corpo senza vita della madre, il ragazzo era stato trasportato in ospedale in condizioni gravi, colpito alla testa da un proiettile nella villetta di famiglia in provincia di Verona. Secondo il procuratore Raffaele Tito l'ipotesi indiziaria più accreditata è stata quella dell'omicidio del ragazzo "compiuto dalla madre che poi si è suicidata"
E' stata accertata la morte cerebrale del quindicenne di Vago di Lavagno, in provincia di Verona, colpito da un proiettile in testa venerdì 20 settembre dalla madre, Alessandra Spiazzi che poi si è suicidata. Una volta concluse le sei ore di osservazione previste dalla norma, la seconda riunione della specifica Commissione ospedaliera ha proceduto a sospendere tutte le terapie e i supporti per le funzioni vitali del ragazzo.
La donazione degli organi
Il padre, contestualmente, ha espresso la volontà legata alla donazione degli organi, ed è stata data l'autorizzazione all'espianto. Arrivato all'ospedale di Borgo Trento, a Verona, in condizioni cliniche già gravissime, il 15enne era stato ricoverato nel reparto di Neurorianimazione. Nella giornata di oggi sono state "sospese tutte le terapie e i supporti per le funzioni vitali", è stato spiegato in una nota da parte del nosocomio veronese.
Una "tragedia familiare"
Alessandra Spiazzi, la madre del 15enne, era stata trovata senza vita all'interno della propria casa di Vago di Lavagno. Il corpo della donna era in cucina, accanto al figlio, ferito gravemente. Il marito della donna era stato sentito dai carabinieri come persona informata sui fatti. I pm della Procura di Verona, avevano parlato di "una tragedia familiare". Poi, nelle ore successive alla tragedia, è emersa una possibile verità, come sottolineato dal procuratore Raffaele Tito, secondo cui l'ipotesi indiziaria più accreditata è stata quella "del tentato omicidio del ragazzo compiuto dalla madre che poi si è suicidata. La donna da tempo aveva problemi sanitari", ha detto.
