I giovani italiani fumano meno di quelli europei. Merito delle sigarette elettroniche?

Il 24% dei cittadini europei fuma, secondo l’ultimo Eurobarometro della Commissione europea pubblicato in luglio. Un dato che non mostra sostanziali progressi rispetto a quello del sondaggio precedente condotto nel 2020, in diminuzione di un solo punto percentuale. Ci sono però grandi differenze tra i Paesi europei: in Bulgaria, Grecia, Croazia, Romania, Lettonia e Austria fuma più del 30% della popolazione, mentre in Svezia, Paesi Bassi, Danimarca e Finlandia meno del 15%. Il Paese dove si fuma di più è la Bulgaria , mentre quello con meno fumatori è la Svezia . L’Italia è in linea con la media europea del 24%. Giovani lodevoli Guardando alle categorie demografiche, in Europa fuma una percentuale più alta di uomini rispetto alle donne, il 28% contro il 21%. La fascia d’età che fuma più di tutte è quella compresa tra i 25 e i 39 anni: un terzo di chi vi appartiene fa uso di sigarette, sigari, o pipa; gli over 55 sono invece i meno fumatori . I dati italiani sono in linea con quelli europei sia per quanto riguarda le differenze di genere che di età, ma con una piccola - e incoraggiante - differenza: in Italia fuma il 18% dei giovani in età compresa tra 15 e 24 anni, un dato inferiore di quattro punti percentuali rispetto alla media Ue. Tra chi fuma tutti i giorni, circa la metà degli europei e degli italiani consuma tra le 11 e le 20 sigarette , mentre l’8% più di 20. La media giornaliera europea è di circa 14 sigarette, ma anche in questo caso ci sono grandi differenze tra Paesi: in Grecia il fumatore medio consuma circa 18 sigarette, in Svezia 10. Negli ultimi anni si sono diffuse una serie di alternative al tabacco tradizionale, come i prodotti a tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche, molto popolari soprattutto tra i giovani. Circa il 3% dei cittadini europei e italiani fa uso di sigarette elettroniche tutti i giorni, mentre una percentuale doppia di italiani rispetto agli europei usa prodotti a tabacco riscaldato: 4% contro 2%. Norme più rigide? Il sondaggio della Commissione europea ha anche misurato la propensione degli europei a favorire l’implementazione di alcune misure di contrasto al fumo. Una risicata maggioranza relativa, il 42%, è a favore di eliminare ogni tipo di logo o elemento di design dai pacchetti di sigarette, mentre il 40% è contrario e il 18% non si esprime. Più netta invece la maggioranza degli europei - il 72% - a favore del divieto di utilizzare sigarette elettroniche o prodotti a tabacco riscaldato nei luoghi dove è già vietato fumare sigarette tradizionali. Il 59% è anche favorevole a far equivalere, sul piano normativo, questi prodotti alle sigarette tradizionali. Come parte del “Piano europeo per sconfiggere il cancro”, l’Ue mira a scendere sotto la soglia del 5% di fumatori entro il 2040. Ma la revisione delle direttive che regolamentano il tabacco a livello comunitario - ferme al 2014 - nel 2022 è stata rinviata a data da destinarsi. Negli Stati Uniti si fuma meno che in Europa Negli Stati Uniti, dove lo stigma e le campagne antifumo hanno grande impatto sulla società ormai da decenni, la percentuale di fumatori si attesta oggi all’11%, meno della metà di quella europea e in linea con i paesi scandinavi. Fino agli anni ‘60 fumavano più di quattro americani su dieci, ma nel corso del tempo la percentuale è andata gradualmente a diminuire, fino a scendere sotto quota 20% negli anni ‘10 del 2000.

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