L'incidente ha coinvolto quattro moto e un'auto sulla provinciale 11, a Paulilatino. Due delle tre vittime, tutti motociclisti, erano residenti in paese: si tratta di Mario Sedda e Roberto Daga, entrambi di circa 30 anni. Risiedeva ad Abbasanta, invece, la terza vittima, Giovanni Melis, originario di Gadoni. A causa dell'impatto si è innescato un gigantesco rogo che ha percorso almeno 8 km
Sono tutti motociclisti le tre vittime del terribile incidente stradale avvenuto nel primo pomeriggio di oggi sulla provinciale 11, nel comune di Paulilatino, in provincia di Oristano. Lo scontro è avvenuto all'altezza di un dosso lungo un rettilineo e ha riguardato quattro e non due moto, come emerso inizialmente, e un'auto. Stando alle prime ricostruzioni, il conducente dell'auto e i motociclisti si sarebbero ritrovati improvvisamente faccia a faccia senza poter effettuare alcuna manovra. L'impatto è stato violentissimo: prima una moto, poi le altre tre sono finite contro la vettura, una Mercedes 190. I detriti si sono dispersi per 50 metri, i corpi sbalzati a 30 metri dal luogo dello scontro. Due delle tre vittime erano residenti in paese: si tratta di Mario Sedda, operaio edile, e Roberto Daga, meccanico, entrambi di circa 30 anni. Risiedeva ad Abbasanta, invece, la terza vittima, Giovanni Melis, originario di Gadoni. Di Paulilatino sono anche il quarto motociclista, Ivano Saba, meccanico, rimasto gravemente ferito e ora ricoverato all'ospedale Brotzu di Cagliari, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico, e l'autista dell'auto coinvolta nell'incidente, Carlo Masala, poco più che ventenne, operaio tecnico. I motociclisti facevano parte di una comitiva di amici, tutti appassionati delle due ruote, in viaggio verso il lago Omodeo per una gita fuori porta. Quando sono arrivati i soccorritori, per tre dei motociclisti della comitiva non c'è stato nulla da fare. Sul posto oltre ai medici del 118 con ambulanze e due elicotteri dell'Elisoccorso, i carabinieri, i vigili del fuoco e la polizia stradale.
Rogo dopo schianto: ha percorso almeno 8 km
A causa dell'impatto, violentissimo, si è innescato un gigantesco rogo che ha richiesto l'intervento di tre Canadair decollati dalla base di Olbia, due Super Puma e un elicottero. Le fiamme, causate dalla perdita di benzina dei mezzi coinvolti nello schianto, si sono propagate velocemente, spinte dal vento di scirocco, percorrendo almeno otto chilometri. Il fuoco ha minacciato il tratto oristanese della statale 131 e il nuraghe Losa di Abbasanta: la strada non è stata chiusa perché il fronte del fuoco ha saltato la carreggiata, proseguendo la sua marcia all'interno, il nuraghe invece è stato “protetto” dai getti d'acqua. La vastità del rogo ha richiesto un impiego imponente di mezzi aerei e di personale a terra: in azione quattro Canadair, tre elicotteri e due Super Puma, oltre a quattro squadre dei vigili del fuoco.
Sindaco: “Se ne vanno 2 ragazzi stimati in tutto il paese”
Al riconoscimento delle prime due vittime ha contribuito il sindaco Domenico Gallus, intervenuto sul posto anche come medico. "Una scena terribile - ha raccontato all’Ansa -. Se ne vanno due ragazzi educatissimi e stimatissimi in tutto il paese. Da quello che abbiamo potuto apprendere, proprio il dosso nel lungo rettilineo ha impedito che conducenti di auto e moto potessero fare qualcosa. Una scena straziante".
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