Dall'1 luglio, giorno in cui è stato condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio dello zio, il nome dell'imprenditore 39enne bresciano è scomparso dai radar. Intanto la compagna e il figlio sono già a Brescia. Sono stati i genitori di lei a chiamare i carabinieri per avvisare che la donna e il bambino avevano fatto rientro in Italia
Si sono divisi i destini di Giacomo Bozzoli, della compagna e del figlio. Sono ore cruciali queste in merito alla scomparsa dell'uomo, latitante da lunedì dopo essere stato condannato in via definitiva al'l'ergastolo per omicidio dello zio Mario. Infatti la compagna e il figlio sono rientrati in treno dalla Spagna dopo che la famiglia ha trascorso 10 giorni, dal 20 al 30 giugno, in un albergo nel Sud del Paese. La donna e il bambino sono già a Brescia. Sono stati i genitori di lei a chiamare i carabinieri per avvisare che la donna e il bambino avevano fatto rientro in Italia. La donna, che non è indagata, sarà interrogata dagli inquirenti nelle prossime ore. Il tutto mentre Bozzoli è ancora in fuga. Secondo le ricostruzioni, come detto, la famiglia ha trascorso di recente una vacanza in un albergo a Marbella in Spagna. Il 1 luglio invece in un altro albergo sempre della stessa località spagnola è risultato registrato solo il passaporto di lei mentre Giacomo Bozzoli probabilmente dopo aver saputo della condanna definitiva all'ergastolo ha proseguito la fuga altrove. Da quella data, quando è stato condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio dello zio, il nome dell'imprenditore 39enne bresciano è scomparso dai radar.
L'ipotesi depistaggio
Prende dunque corpo l'ipotesi di un clamoroso depistaggio messo in atto la mattina del 24 giugno quando tra le 5.51 e le 6.03 la Maserati Levante intestata a Bozzoli era stata registrata dai lettori di targa tra Manerba del Garda e Desenzano, in provincia di Brescia. Chi era al volante della vettura?, è una delle domande alle quali stanno rispondendo gli inquirenti che in queste ore sono concentrati sugli spostamenti del bresciano che avrebbe quindi lasciato l'Italia 10 giorni prima della sentenza definitiva.
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