Inchiesta Fanpage, Segre: “Dovrò essere cacciata dall’Italia?”

Cronaca
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La senatrice durante un intervento televisivo: "Certe derive ci sono sempre state, silenziose, e ora con questo governo non ci si vergogna più di nulla"

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Liliana Segre, nel commentare le immagini dell’inchiesta giornalistica di Fanpage sui fondi “opachi” per la campagna elettorale di Fratelli d’Italia alle ultime amministrative, ha usato toni preoccupati. "Io credo – ha detto la senatrice a vita – che queste derive, venute fuori in modo eclatante in queste settimane, ci siano sempre state, nascoste, non esibite, e che con questo governo si approfitti del potere grande della destra - del resto è stata votata, non è andata al governo con una rivoluzione - e non ci si vergogni più di nulla".

"Dovrò essere cacciata di nuovo?"

 

Segre ha parlato durante un’intervista televisiva a La7. "Ho seguito – ha aggiunto – nelle varie trasmissioni queste sedute - in cui si inneggia 'Sieg Heil', quindi anche motti nazisti che purtroppo ricordo in modo diretto. Alla mia età dovrò rivedere questo? Dovrò essere cacciata di nuovo come sono stata già cacciata una volta? È una domanda che è una risposta".

Le indagini scaturite dopo la messa in onda dell’inchiesta hanno portato finora all’iscrizione nel registro degli indagati, per finanziamento illecito e riciclaggio, di quattro persone. L’ultima è L.P., 36enne georgiana che ritirò il trolley il 30 settembre scorso, che si aggiunge a Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d'Italia, Roberto Jonghi Lavarini, militante di estrema destra detto il 'barone nero', e il commercialista Mauro Rotunno.

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