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Morte di Rebellin, respinto il patteggiamento per il camionista che lo investì

Cronaca

“Non possiamo che essere soddisfatti del fatto che, invece, i giudici hanno deciso di andare avanti e di mandare a processo Wolfgang Rieke". Questo il commento di Carlo Rebellin, fratello dell'ex campione di ciclismo travolto e ucciso dal camionista tedesco nel novembre del 2022, dopo la decisione del Tribunale di Vicenza

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Il tribunale di Vicenza, presieduto da Filippo Lagrasta, ha dichiarato "inammissibile" la richiesta di patteggiamento della pena di tre anni e undici mesi presentata dal difensore del camionista tedesco, 63 anni, Wolfgang Rieke, accusato di aver travolto e ucciso l'ex ciclista 51enne Davide Rebellin, dandosi poi alla fuga, il 30 novembre 2022 a Montebelluna Vicentino. La conferma è arrivata dagli stessi legali della famiglia di Rebellin, costituitisi parte civile nel processo contro Rieke. I giudici hanno dichiarato, così, aperto il procedimento: la prima udienza dibattimentale è già stata fissata ed è in programma il 27 maggio prossimo. L'"inammissibilità",  è stato spiegato è stata determinata dal fatto che l'istanza riproposta davanti ai giudici del dibattimento era esattamente la stessa già formulata dinanzi al Gip, laddove invece, a parere del collegio, si sarebbe dovuta differenziare.

Il commento del fratello di Davide Rebellin

La moglie, la madre e i tre fratelli di Rebellin che erano già stati risarciti dalla compagnia di assicurazione del mezzo pesante attraverso la società Studio3A-Valore, sono stati assistiti dall'avvocato Davide Picco. È stata una bella sorpresa. Non ce lo aspettavamo, temevamo che il collegio, dopo la concessione degli arresti domiciliari all'imputato, acconsentisse anche al patteggiamento”, ha commentato Carlo Rebellin, fratello dell'ex ciclista. “Non possiamo che essere soddisfatti del fatto che, invece, i giudici hanno deciso di andare avanti e di mandare a processo Rieke. Rinnoviamo tutti i nostri ringraziamenti per il grande lavoro svolto dalla giustizia italiana per Davide, sia alla Procura sia al Tribunale. Non vogliamo vendetta ma giustizia”.

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