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Molestie Università Torino, scatta la protesta delle studentesse e il blocco delle lezioni

Cronaca
©Ansa

A meno di 48 ore dallo sciopero, è arrivata la notizia degli arresti domiciliari per l’ex direttore della scuola di Medicina Legale, Giancarlo Di Vella. È accusato di stalking, falso e minacce, oltre ad aver approfittato della sua posizione

 

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L’Università di Torino è stata recentemente scossa da una serie di proteste in risposta a presunte molestie. Cambiare Rotta, una formazione giovanile comunista molto attiva a livello studentesco, ha annunciato il blocco delle lezioni. Studentesse, ma anche studenti, matricole, laureandi e forse anche docenti, si ritroveranno questa mattina a Palazzo Nuovo, centro nevralgico dell’università di Torino. “Non un’altra mela marcia, ma lo stesso modello di ateneo. Contro le molestie per una nuova università in una nuova società!” si legge nella nota diffusa da Cambiare Rotta.

Non si tratta di casi isolati

A meno di 48 ore dalle proteste, è arrivata la notizia degli arresti domiciliari per l’ex direttore della scuola di Medicina Legale, Giancarlo Di Vella accusato di stalking, falso e minacce, oltre ad aver approfittato della sua posizione per tenere comportamenti ambigui nei confronti delle specializzande. Tra le accuse, sfioramenti, baci rubati e frasi inopportune. “L’istituzione universitaria ha risposto con una banale e un’insufficiente sospensione del professore per un mese, tra l’altro neppure con effetto immediato”. Cambiare Rotta va all’attacco: “Non possiamo parlare di casi isolati: quello con cui ci stiamo interfacciando è un modello le cui radici producono e permettono violenza. Riteniamo inaccettabile che lo sfruttamento dello status sociale privilegiato di soggetti con una posizione di sicurezza sociale e economica diventi sistematicamente una legittimazione per prevaricazione, ricatti e molesti”.

 

Necessario un cambiamento

Le proteste sollevate dal movimento Me Too torinese hanno scosso il mondo universitario, sollevando il velo dell’omertà. I collettivi femministi hanno interrotto il Senato accademico e appeso alle colonne del rettorato le denunce delle violenze subite dalle studentesse. Questi eventi hanno portato alla luce la necessità di un cambiamento radicale nel modo in cui le università gestiscono le questioni di molestie e comportamenti inappropriati. La lotta per una nuova università in una nuova società continua.

Il questionario sulla sicurezza

L'Unione degli Universitari (UDU) ha lanciato oggi un'indagine nazionale volta a mappare la percezione e la sicurezza all'interno delle università italiane, contro le violenze e le molestie. “Nei giorni scorsi - afferma Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell'UDU - abbiamo ascoltato le denunce di molte studentesse che, partendo dall'Università di Torino, hanno acceso i riflettori sul grave problema delle molestie e delle violenze negli atenei. Questo deve finire e, per questa ragione, abbiamo deciso di lanciare ‘La tua voce conta’ un questionario che si apre con una domanda: pensi che la tua università sia uno spazio sicuro? Grazie a questo canale, possiamo raccogliere dati concreti e testimonianze dirette da tutti gli atenei del Paese” sottolinea Piredda.

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