Morì a Palma di Maiorca per sfuggire a un abuso, chiesta perizia

Cronaca
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Martina Rossi era precipitata dal sesto piano di un hotel in Spagna il 3 agosto 2011, per scappare a un tentativo di violenza sessuale. Per l'accaduto sono stati condannati Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi che, tramite i loro legali, hanno chiesto al tribunale civile di Arezzo una perizia, affermando che fu anche responsabilità della ragazza. Il padre della ragazza, Bruno Rossi, ha definito "aberrante" la richiesta

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Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, tramite i loro legali, hanno chiesto una perizia al tribunale civile di Arezzo affermando che ci fu anche responsabilità da parte di Martina nello scavalcare la ringhiera del balcone per sfuggire alla violenza sessuale e poi precipitare dal sesto piano, morendo, il 3 agosto 2011 in un hotel di Palma di Maiorca. Il padre della ragazza, Bruno Rossi, ha definito "aberrante" la richiesta dei due condannati per l'accaduto.

Il processo civile

Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi sono stati condannati in via definitiva a 3 anni per tentato stupro (assolti per prescrizione per morte come conseguenza di altro reato) nel processo penale. Il processo civile è per una richiesta di 1 milione di euro di risarcimento dei danni fatta dai familiari ai due condannati che stanno scontando in carcere la pena di 3 anni in regime di semilibertà. Nella causa civile, i legali di Albertoni e Vanneschi hanno chiesto al tribunale una perizia proprio per valutare se nella caduta dal terrazzo ci sia una parte di responsabilità, ovvero di errore, da parte di Martina Rossi, che aveva 20 anni, mentre scavalcava la balaustra della camera dei due per scappare dalla violenza sessuale. I due hanno chiesto anche una seconda perizia per stabilire una corresponsabilità nella caduta rispetto alla balaustra, ritenuta troppo bassa.

Dal profilo Facebook una foto di Martina Rossi, di Imperia, morta all'eta' di 20 anni a Maiorca, a seguito di un volo dal sesto piano dell'hotel Santa Ana di Cala Mayor oggi, 3 agosto 2011. ANSA

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Il padre di Martina Rossi: "Ci sono responsabilità oggettive"

"Si comportano come se non fosse successo niente e continuano a mentire - ha detto Bruno Rossi parlando della richiesta da parte dei due condannati col quotidiano La Nazione - Ci sono responsabilità oggettive che provano a introdurre, come se invece non ci fossero stati 11 anni di sentenze e mia figlia non fosse stata ammazzata da questi due". "Qualunque iniziativa stiano prendendo - ha aggiunto - sembra quasi che i due che hanno ucciso mia figlia, non meritino alcuna punizione. Ma questi ragazzi devono rispondere anche sul piano civile dopo che dal punto di vista penale le responsabilità sono state già appurate". Bruno Rossi mostra tutta la sua amarezza. "Una storia masticata e rimasticata in undici anni, ma mia figlia è morta - ha affermato ancora - La mia sensazione è che vengono fatti questi tentativi quasi come se non fosse successo niente. Loro continuano a dire le stesse cose, continuano a mentire". 

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