Visite fiscali, cambiano gli orari di reperibilità per i dipendenti pubblici
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Come confermato in un messaggio dell’Inps, le fasce orarie di reperibilità per i dipendenti pubblici che aspettano una visita fiscale sono state ridotte per essere adeguate a quelle dei lavoratori privati. La modifica è arrivata dopo una sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio
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- Cambiano le fasce orarie di reperibilità per i dipendenti pubblici che aspettano una visita fiscale: come confermato in un messaggio dell’Inps, sono state ridotte per essere adeguate a quelle dei lavoratori privati
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- I nuovi orari sono nel Messaggio n. 4640, del 22 dicembre, firmato dal direttore generale dell’Inps Vincenzo Caridi. “Le visite mediche di controllo domiciliare nei confronti dei lavoratori pubblici, fino a nuove disposizioni, dovranno essere effettuate nei seguenti orari: dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 17 alle 19 di tutti i giorni (compresi domeniche e festivi)”, si legge
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- In precedenza, come stabilito dall’articolo 3 del decreto n. 206 del 17 ottobre 2017 del ministro della Semplificazione e della pubblica amministrazione, la normativa era questa: “In caso di assenza per malattia, le fasce di reperibilità dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni sono fissate secondo i seguenti orari: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. L’obbligo di reperibilità sussiste anche nei giorni non lavorativi e festivi”
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- La modifica degli orari - contenuta nel messaggio con “le necessarie indicazioni operative per l’espletamento degli accertamenti medico-legali domiciliari” - è arrivata dopo una sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio: il Tar, con la decisione n. 16305/2023, pubblicata il 3 novembre 2023, ha annullato il decreto nella parte sopra citata
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- Così, in attesa di un nuovo decreto ministeriale o di una eventuale revisione della sentenza del Tar del Lazio, e in conformità con il principio di armonizzazione del D.lgs n. 165/2001, l’Inps ha comunicato le nuove fasce: ora, quindi, le visite mediche di controllo domiciliare per i lavoratori pubblici si svolgeranno nelle fasce orarie dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 di tutti i giorni, compresi domeniche e festivi
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- “Al fine di armonizzare la disciplina dei settori pubblico e privato, con decreto del ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, di concerto con il ministro del lavoro e delle politiche sociali, sono stabilite le fasce orarie di reperibilità entro le quali devono essere effettuate le visite di controllo e sono definite le modalità per lo svolgimento delle visite medesime e per l'accertamento, anche con cadenza sistematica e ripetitiva, delle assenze dal servizio per malattia”, dice il principio di armonizzazione
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- “Nelle more dell’emanazione di un nuovo decreto ministeriale (o dell’eventuale riforma della sentenza n. 16305/2023 del Tar Lazio), sentito il Dipartimento della Funzione pubblica, in virtù del principio di armonizzazione contenuto nell’articolo 55-septies, comma 5-bis, del D.lgs n. 165/2001, richiamato in sentenza, le visite mediche di controllo domiciliare per i lavoratori pubblici, fino a nuove disposizioni, dovranno essere effettuate in questi orari: dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 di tutti i giorni (compresi domeniche e festivi)”, conclude Inps
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- Il cambiamento annunciato dall’Inps influisce direttamente sui lavoratori pubblici in malattia e sulle modalità di controllo delle assenze per motivi di salute. Le pubbliche amministrazioni, ora, per attuare le nuove direttive dovranno aggiornare le procedure interne e la formazione del personale
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- Il Tar del Lazio si è espresso su un ricorso sollevato dal Sindacato Uil Pubblica amministrazione penitenziaria e alcuni membri della Polizia penitenziaria: contestavano la disparità di trattamento tra i dipendenti pubblici e quelli del settore privato riguardo alle fasce orarie di reperibilità per le visite fiscali in caso di malattia. Mentre per i dipendenti pubblici le fasce erano tra le 9 e le 13 e tra le 15 e le 18, per i privati si limitano tra le 10 e le 12 e tra le 17 e le 19
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- Queste differenze di orario, secondo il ricorso, rappresentano un’evidente violazione dei principi di uguaglianza e ragionevolezza sanciti dagli articoli 3 e 97 della Costituzione. Il Tar ha riconosciuto la validità del ricorso e ha annullato il Decreto Madia che regola le fasce orarie di reperibilità per i dipendenti pubblici in malattia, spiegando che il testo non ha raggiunto l’obiettivo di armonizzare le disposizioni tra i settori pubblico e privato e ritenendolo in contrasto con la legge delega e con fondamentali precetti di rango costituzionale
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- Secondo il Tar, infatti, questa disparità di trattamento tra i due settori è “del tutto ingiustificata”, perché la malattia dovrebbe essere gestita allo stesso modo a prescindere dal tipo di impiego. La decisione del Tar è stata influenzata anche da un parere del Consiglio di Stato, che aveva già sollevato dubbi sulla conformità del Decreto Madia con il principio di uguaglianza