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Belluno, cervo Bambotto ucciso a fucilate: era la mascotte di Pecol

Cronaca
Dalla pagina Facebook di Andrea Zanoni

Ad annunciare per prima quanto accaduto all'animale è stata un'abitante del piccolo centro del Bellunese con un post social

 

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Bambotto, il cervo cresciuto tra le case di Pecol, frazione di San Tommaso Agordino, nel bellunese è stato ucciso. A dare la notizia un post sui social, che ha scatenato la generale indignazione ed è stato ripreso dalla stampa locale: "Questo era Bambotto - si legge -. Era nato 7 anni fa a Pecol e da subito la sua mamma Minerva lo aveva portato sullo zerbino di Giorgio, affidandolo a noi abitanti e fidandosi come aveva fatto lei per tutta la sua vita. Da allora è diventato il nostro amatissimo cervo. Ho scritto era perché Bambotto è morto. Ammazzato da un miserabile che crede di aver compiuto un'impresa e invece si è solo marchiato a vita come un poveraccio che ha sparato a un animale che ti mangiava dalle mani e si faceva coccolare fino ad addormentarsi tranquillo''. Ad annunciare per prima quanto accaduto a Bambotto è stata un'abitante del piccolo centro del Bellunese, Donatella Zemboli.

 

La legge sulla caccia

Sul caso è intervenuto anche il consigliere regionale del Pd in Veneto Andrea Zanoni: "Questo cervo ieri è stato ucciso da un cacciatore di 23 anni a norma di legge - ha scritto su Fb pubblicando diverse foto di Bambotto tra i residenti -. La legge attuale sulla caccia e il calendario venatorio della Regione del Veneto hanno consentito a questo ragazzino di uccidere un animale amico degli abitanti, dei turisti e di tutti i bambini. Invito chi ama gli animali e la natura a farsi parte attiva per la loro tutela, ad impegnarsi anche in politica, solo con un impegno di tutti un giorno potremmo arrivare ad ottenere leggi che considerino gli animali esseri da tutelare e difendere, patrimonio di tutta la collettività, e non oggetto di divertimento di persone senza empatia e rispetto per gli animali e la natura".

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Cervo Bambotto - Dalla pagina Facebook di Andrea Zanoni