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Mattarella, il discorso ai prefetti: "Germi di odio alimentano minacce terroristiche"

Cronaca

"Il contesto nel quale ci troviamo ad agire rende particolarmente impegnativi i vostri compiti", ha sottolineato il presidente della Repubblica rivolto ai prefetti

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"Si diffondono germi della pseudocultura della violenza e dell'odio, a livello internazionale e interno. E questo alimenta minacce anche di natura terroristica e comportamenti che aggrediscono la libertà dei cittadini, ai quali vanno sempre garantiti i diritti fondamentali di espressione, associazione e riunione, sanciti dalla nostra Carta". Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha ricevuto questa mattina al Quirinale i prefetti d'Italia e i Consiglieri di Prefettura di nuova nomina attualmente impegnati nel Corso di formazione. I prefetti, ha aggiunto Mattarella, sono "presidi di legalità, e l'attenzione dei cittadini verso la tutela dei diritti li interpella in modo crescente. Il contesto nel quale ci troviamo ad agire rende particolarmente impegnativi i vostri compiti".

"Vigilare su legalità"

"La natura stessa degli Uffici Territoriali del governo - ha detto ancora Mattarella nel suo discorso - suggerisce una vocazione all'unitarietà di azione che accompagna il perseguimento dell'interesse generale. Unitarietà nel rispetto dell'articolazione istituzionale in cui si articola la convivenza civile della nostra comunità. Una unitarietà in cui, a ispirare ogni comportamento, è quel principio di legalità su cui anche, e particolarmente, i Prefetti sono chiamati a vigilare. Principio che deve guidare, come insegnava Mortati, i rapporti tra le istituzioni e gli organi della Repubblica". 

"Quel che siamo oggi, quel che voi che iniziate la carriera prefettizia siete e sarete, ciò che i prefetti sono, è il frutto di 75 anni di Costituzione che ha posto e vede naturalmente, l'istituto prefettizio non in opposizione rispetto alle istituzioni territoriali della Repubblica ma, con il ben noto sentimento di senso delle istituzioni, convintamente in posizione di servizio rispetto alle finalità che la nostra comunità nazionale si è data e persegue. La tradizione prefettizia assume, in base alla Costituzione, una configurazione conseguente: da cinghia di trasmissione di volontà centrali alla periferia è divenuta, infatti, elemento di raccordo e anche momento di ascolto delle istanze delle periferie verso il centro", ha sottolineato il Capo dello Stato.

"Superare la cultura dell'emergenza"

"Sismi, alluvioni, dissesti, disastri di varia natura ci affliggono con una frequenza che ha portato a definire protocolli e modelli di intervento collaudati, oltre che a sollecitare politiche non solo di mitigazione, bensì di prevenzione dei fenomeni infausti e dolorosi che si ripetono. Occorre, correttamente, passare dalla cultura dell'emergenza alla capacità di affrontare i nodi alla base dei fenomeni, con scelte coraggiose a tutela anzitutto della vita e del futuro dei cittadini e delle comunità", ha concluso il presidente Sergio Mattarella parlando dal Quirinale ai prefetti.

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"Il tema delle immigrazioni irregolari, con il dramma dei minori non accompagnati, si inserisce in questo quadro. Appare forse incongruo definire emergenza un fenomeno con il quale ci si confronta da anni. L'Unione Europea sembra, finalmente, averne colto la natura non congiunturale e la necessità di affrontarlo alla radice e in maniera solidale, come compito comunitario, ancora più urgente alla luce dei drammatici avvenimenti in Medio Oriente", ha aggiunto Mattarella.

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