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I luoghi del caso Elisa Claps, dalla chiesa della Santissima Trinità a Bournemouth

Cronaca

La storia della 16enne uccisa il 12 settembre 1993 da Danilo Restivo si snoda fra le vie e le piazze di Potenza, per culminare nella chiesa dove il corpo viene ritrovato 17 anni dopo. Ma è un caso che arriva fino in Gran Bretagna, dove nel 2002 l’assassino ancora libero uccide di nuovo

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Delle case. Una chiesa. Un cantiere. Una città dell’Inghilterra. Sono diversi i luoghi che hanno fatto da sfondo al caso di Elisa Claps, la ragazza 16enne scomparsa a Potenza il 12 settembre 1993 e il cui corpo venne ritrovato 17 anni dopo, il 17 marzo 2010, nel sottotetto di una chiesa a Potenza. Un omicidio commesso da Danilo Restivo, allora 21enne, che oggi si trova in carcere in Inghilterra per un altro assassinio. Una storia raccontata nel podcast originale di Sky Italia e Sky TG24 Dove nessuno guarda – Il caso Elisa Claps, realizzato da Chora Media e curato da Pablo Trincia e da lui scritto insieme a Riccardo Spagnoli e Alessia Rafanelli, che a novembre diventa un’inchiesta originale in quattro puntate realizzata per Sky TG24 con nuove testimonianze e immagini inedite.

I luoghi di Elisa

Poco dopo le 11 del 12 settembre 1993 Elisa Claps esce di casa in via Mazzini 69 per andare in chiesa, la chiesa della Santissima Trinità. Con l’amica Eliana de Cillis percorre la Gradinata di via IV Novembre, poi le due arrivano in piazza Mario Pagano, la attraversano in diagonale e si separano. Elisa le dà un appuntamento, “ci vediamo tra poco, 10 minuti”, il tempo che pensava avrebbe trascorso con Danilo Restivo il quale le aveva chiesto ripetutamente un appuntamento. Poi Elisa percorre il tragitto fino alla chiesa della Santissima Trinità, appena 350 metri, dalla quale non tornerà più e dove il suo corpo sarà ritrovato, nel sottotetto, il 17 marzo 2010.

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I luoghi della versione di Danilo Restivo

Dopo la scomparsa di Elisa, Restivo ammette di averla incontrata e non nega di essere l’ultimo ad averla vista, ma dice che nulla è accaduto e lui è semplicemente tornato a casa. Sostiene però di essere tornato non facendo il tragitto che sarebbe stato più lineare e rapido, circa 500-600 metri, ma di aver fatto un percorso molto più lungo, circa 1,3 km. Dice di essere uscito dalla chiesa della Santissima Trinità dopo essere rimasto un po’ di tempo lì a pregare, più o meno intorno a mezzogiorno, e di essere andato a cercare degli amici alla chiesa di San Michele Arcangelo. Non trovandoli, decide di tornare verso casa, che si trova in via Marconi. Afferma però di aver fatto un percorso insolito: arrivato in via Dante, per accorciare entra nel cantiere di alcune scale mobili in costruzione dove fa tre rampe di scale per sbucare in via Vespucci. Però dice anche che mentre si trovava nel cantiere a un certo punto si è ferito a una mano, a giustificazione della ferita che ha sulla mano e del sangue che ha sul giubbotto quando arriva sotto casa intorno alle 13.30 e incontra la sorella.

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Bournemouth, Gran Bretagna

Nel caso di Elisa Claps c’è un altro luogo, fuori dall’Italia, teatro di un altro omicidio per mano di Danilo Restivo. È Bournemouth, cittadina balneare nel sud dell’Inghilterra, in particolare il 211 di Capstone Road. Qui il 12 novembre 2002 viene trovata morta in casa Heather Barnett: Restivo viveva a pochi passi dalla casa della donna, di professione sarta, ed era stato a casa sua per commissionarle delle tende. Lei aveva poi dichiarato di non trovare più le proprie chiavi di casa e di aver pensato che fosse stato proprio l’uomo a prenderle. Anche grazie alla collaborazione con gli investigatori italiani e ad alcune analogie con il caso di Elisa Claps, Restivo il 19 maggio 2010 viene fermato con l’accusa di omicidio volontario e un anno più tardi condannato all’ergastolo, commutato poi dalla Corte di appello in 40 anni di carcere.

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