"Siamo un Paese di primo ingresso e Parigi", affermando che non accetterà i migranti che sbarcano a Lampedusa, "dice che questo non è il metodo. Il tema non è la distribuzione, ma condividere una politica europea di contenimento delle partenze", ha sottolineato il ministro
"Nell'incontro di ieri col ministro dell'Interno francese Gerald Darmanin ho potuto constatare che con toni e atteggiamenti mi è apparso proiettato sulla consapevolezza che l'Italia va aiutata" nel far fronte alla questione migranti. E' quanto ha affermato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ai microfoni di Rai Radio 1, sottolineando che "In vista delle elezioni europee si parla in parte all'elettorato e in parte poi si prende consapevolezza della concretezza del problema".
"Serve una politica condivisa di contenimento delle partenze"
"Siamo un Paese di primo ingresso - ha continuato Pinatedosi - e la Francia", affermando che non accetterà i migranti che sbarcano a Lampedusa, "dice che questo non è il metodo. Il tema non è la distribuzione, ma condividere una politica europea di contenimento delle partenze".
"Nuovi Cpr ed espulsioni? Ce lo chiede l'Europa"
"La norma sui Cpr - ha detto ancora il ministro Piantedosi - è contenuta all'interno di una cornice europea che prevede la possibilità del trattenimento fino a 18 mesi. Nulla di complicato riguardo al rispetto dei diritti delle persone. Ho condiviso l'obiettivo con il collega Crosetto per avere la disponibilità del genio militare per la rapida realizzazione delle strutture sul territorio in modo da rafforzare la capacità dello Stato di espulsione: è una cosa che ci chiede l'Europa. È fortemente previsto dalle normative ed è stata sempre una delle raccomandazioni che l'Europa ha fatto all'Italia".
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"Blocco navale possibile completando la missione Sophia"
"Il blocco navale potrebbe rientrare nell'Agenda Meloni, come ha spiegato la premier, se si completasse la missione Sophia che, fermandosi a degli step intermedi, fece da pull factor - ha aggiunto Piantedosi -. Ebbe solo l'esito di portare qui 44mila migranti in più raccolti dalle nostre navi militari. La terza fase della missione prevedeva la possibilità, in accordo con Paesi come la Tunisia, di dispositivi congiunti per la restituzione delle persone che partono e questo sarebbe la piena realizzazione del blocco navale". Tuttavia, ha aggiunto, ci sono "interrogativi sulla capacità e talvolta sulla volontà delle istituzioni tunisine di collaborare. Anche se dall'inizio dell'anno hanno recuperato decine di migliaia di persone. Quanto ad una eventuale regia dietro gli sbarchi massicci, non ho prove di questo", ha concluso Piantedosi.
La telefonata al sindaco di Porto Empedocle Calogero Martello
In mattinata il ministro dell'Interno ha poi telefonato al sindaco di Porto Empedocle Calogero Martello per manifestargli la vicinanza del governo e soprattutto la consapevolezza che Porto Empedocle, come Lampedusa, è interessata in maniera pesante dal fenomeno migratorio e ne subisce i contraccolpi. Ieri il sindaco Martello aveva parlato di fenomeno ingestibile, manifestando le paure dei suoi concittadini. Piantedosi, stamani, ha rassicurato il sindaco in merito alla conclusione dei lavori per la creazione, nell'area finale del porto, dell'hotspot. Il centro sarà raggiungibile, attraverso vie interne, dai migranti trasferiti da Lampedusa, che non verranno visti dalla popolazione.