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Vannacci, Crosetto: “Avrà un altro impiego nell’esercito, non è stato cacciato”

Cronaca
©Ansa

A margine della festa del Fatto Quotidiano a Roma, il ministro della Difesa ha ribadito come l’autore de “Il mondo al contrario” non sia stato licenziato dalle Forze armate e che quindi presto avrà un nuovo ruolo. In merito all’incontro dello scorso giovedì, il ministro ha raccontato: “È arrivato vestito in abiti civili sostenendo che fosse una cosa privata. Gli ho detto che non era così, perché quando si chiede il rapporto al superiore gerarchico si rientra in servizio, anche se non lo si è”

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Roberto Vannacci (CHI È) avrà “un altro impiego nell’esercito”. A dirlo è il ministro della Difesa Guido Crosetto che, a margine della festa del Fatto Quotidiano a Roma, ha dichiarato: “Ho detto al generale Vannacci che applicherò le regole e darò tutte le garanzie e le tutele che servono come farei con chiunque. Il libro può scriverlo e presentarlo, il tema non è quello. Vedremo nei prossimi mesi e nelle prossime settimane quale sarà l'impiego di Vannacci, che non è stato cacciato dalle Forze armate e come qualunque dirigente deve avere un impiego. La sua Forza armata gli proporrà un impiego alternativo”. Saranno perciò loro a decidere l’eventuale nuovo impiego dell’autore de “Il mondo al contrario”, non il ministro: “Se sarà operativo - ha aggiunto Crosetto - non compete a me ma alla Forza armata e al dialogo che ci sarà tra di loro” (LE PAROLE CALDE DEL LIBRO).

La posizione di Crosetto

Il ministro della Difesa ha anche raccontato alcuni dettagli dell’incontro con il generale, avvenuto due giorni fa a Roma. “Vannacci è arrivato vestito in abiti civili e io gli ho detto 'scusi come mai non ha la divisa?'. E lui: 'Mi hanno detto di non metterla i miei superiori perché oggi venivo da lei come se fosse una cosa privata e non mi hanno neanche dato il rimborso del treno'. Gli ho detto di no, perché quando si chiede il rapporto al superiore gerarchico si rientra in servizio anche se momentaneamente non è in servizio. Quindi doveva venire col foglio di viaggio del treno e vestito in divisa”, ha raccontato durante il programma 'In Mezz'ora' di Monica Maggioni. Anche se non ha raccontato nello specifico cosa si sono detti, Crosetto ha ribadito di essere “convinto che il sistema democratico si alimenta dal confronto delle idee, che anche se diverse devono confrontarsi, anche con vivacità e certe volte scontrandosi. Ma le istituzioni hanno un altro compito. Le idee si possono discutere in uno studio televisivo, poi le istituzioni devono difendere principi e valori. Le idee possono essere diverse ma i principi e i valori sono un'altra cosa. E soprattutto deve difenderli chi lo fa per lavoro e per scelta, in primis le Forze armate”, ha evidenziato il titolare del dicastero della Difesa.

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Il pensiero di Vannacci

Un punto di vista decisamente diverso da quello del generale che, pur apprezzando “che Crosetto mi abbia parlato con franchezza e da soldato lo apprezzo”, ha un punto di vista decisamente differente. “Sono convinto che il mio libro sia a norma di ciò che prevede la normativa sulle pubblicazioni c'è un'inchiesta sommaria che riconoscerà tutto questo in maniera inequivocabile. Ho un ruolo istituzionale che rivendico ma ho anche una libertà di espressione che rivendico alla stessa maniera. Il mio ruolo non va a cozzare con la posizione delle istituzioni, perché è ormai chiaro, come hanno rivendicato anche alcuni intellettuali di sinistra che mio libro non c'è nulla di offensivo, nulla di omofobo o di razzista”, ha dichiarato a Marina di Pietrasanta, durante la presentazione del suo libro. Secondo il generale, quindi, “non esiste una spaccatura tra la mia figura come generale delle forze armate e le istituzioni. Io sposo in pieno le decisioni prese che tutelano in pieno me e le istituzioni di questo Paese. È stato rispettato pienamente quanto è previsto dai regolamenti”. Il problema, secondo Vannacci, è che “il buonsenso fa paura, negli ultimi decenni bisognava inquadrarsi nel pensiero unico, il pensiero di cattedra, e chi era fuori dal pensiero di cattedra bisognava emarginarlo, peggio, dargli del matto. Si toglie dignità all'interlocutore, va rieducato per partecipare alla vita sociale senza nuocere. E a me non piace una società di questo tipo. Io rivendico il diritto di esprimere le mie opinioni purché non siano offensive, purché rimangano nell'alveo della Costituzione”. 

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