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Cadavere mutilato in mare nel Genovese: ucciso perché voleva cambiare lavoro. Due fermi

Cronaca
Repubblica

L'omicidio sarebbe avvenuto dopo una lite con il suo datore di lavoro nata perché la vittima voleva lasciare il negozio di barbiere di Chiavari per lavorare in un altro esercizio commerciale. Due ragazzi sono accusati di omicidio e soppressione di cadavere nell'ambito delle indagini sull'assassinio del 19enne, ucciso con un colpo di punteruolo al cuore, il cui corpo senza testa e mani è stato trovato in mare lunedì scorso

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Due ragazzi nordafricani sono stati fermati nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla, il ragazzo egiziano di 19 anni il cui corpo senza testa e mani è stato trovato in mare davanti a Santa Margherita (Genova) lunedì scorso. Mahmoud sarebbe stato ucciso nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 luglio con un colpo di punteruolo al cuore e il suo corpo trafitto più volte, perché voleva lasciare il lavoro. I due durante l'interrogatorio hanno ammesso il delitto.

Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel - Repubblica

Il fermo dei due indagati

La pm della Procura di Genova, Daniela Pischetola, ha disposto il decreto di fermo nei confronti di due cittadini egiziani, Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel detto Bob, 26 anni residente a Genova, e Mohamed Ali Abdelghani Ali, detto Tito, 27 anni residente a Chiavari, accusati dell'omicidio volontario di Mahmoud a e di soppressione di cadavere. La decisione del magistrato è stata presa nella tarda serata di ieri dopo l'interrogatorio, durato oltre sei ore, dei due fermati nella notte tra sabato e domenica dai Carabinieri del Nucleo investigativo e dalla Compagnia di Chiavari. L'omicidio, si apprende dalle motivazioni del fermo, sarebbe avvenuto dopo una lite con il datore di lavoro nata perché la vittima voleva lasciare il negozio di barbiere di Chiavari per lavorare in un altro esercizio commerciale.

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Uno degli indagati: "È caduto sul coltello"

Mahmoud "è caduto sul coltello. Io l'ho ferito una volta sola perché mi si è avventato contro. Altre ferite? gliele ha procurate 'Bob'". Queste a quanto si è appreso le dichiarazioni rese da Mohamed Ali Abdelghani Ali, detto Tito. Secondo quanto affermato dall'uomo agli investigatori Mahmoud avrebbe litigato con Bob e li avrebbe minacciati di denuncia. Poi il ragazzo avrebbe afferrato un coltello. A quel punto, nel tentativo di disarmarlo, Tito si sarebbe tagliato una mano afferrando il coltello e la giovane vittima sarebbe caduta sulla lama procurandosi un taglio letale. Sempre secondo le dichiarazioni di Tito, Mahmoud, pur ferito, gli si è avventato contro e Tito l'ha colpito con un fendente per difendersi. Poi è scappato e, ha detto "poteva anche essere stato Bob a procurargliele". Per quanto riguarda la mutilazione del corpo, avvenuta secondo gli investigatori alla foce del torrente Entella, i due indagati si addebitano a vicenda le operazioni di taglio del cadavere.

L'altra versione dei fatti

Il racconto di Kamel Abdelwhab detto 'Bob' e di Mohamed Abdelghani detto 'Tito' è particolarmente crudo e non coincide in qualche passaggio. Bob ha spiegato che Tito avrebbe litigato con Abdalla e gli avrebbe inferto varie coltellate e che lui si sarebbe frapposto, ma poi si sarebbe spostato per non ricevere un fendente. Bob Ha aggiunto che Tito, dopo avere ucciso Abdalla, avrebbe poi minacciato di morte lui e i suoi familiari, inducendolo così a non dire nulla e costringendolo ad aiutarlo per portare via il corpo in una valigia di grosse dimensioni di colore scuro, che entrambi hanno caricato su un taxi insieme alla valigia grigia con gli effetti personali di Abdalla. Una volta arrivati a Chiavari, i due avrebbero portato il corpo nel retrobottega della barberia di corso Dante, poi sarebbero andati via. In seguito ai controlli di polizia a cui erano stati sottoposti nella notte, i due sarebbero tornati nel retrobottega e avrebbero portato il cadavere verso il torrente Entella e poi sulla spiaggia dove Tito avrebbe mutilato il cadavere tagliandogli mani e testa e lo avrebbe gettato in mare. Bob ha precisato di essersi sbarazzato della valigia dopo averla cosparsa di calce il giorno dopo.

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