"Era il 10 febbraio 2017 - ha raccontato l'ex sindaca di Roma in un post -. Ho denunciato per diffamazione aggravata Vittorio Feltri, autore del pezzo, e Pietro Senaldi, direttore responsabile, e ben due gradi di giudizio mi hanno dato ragione"
"Non è una vittoria soltanto mia: è una vittoria di ogni donna". Lo ha scritto sui social Virginia Raggi commentando la condanna anche in appello nei confronti di Vittorio Feltri e Pietro Senaldi per il titolo di Libero 'Patata bollente' aggiungendo che quell'articolo era un coacervo di falsità, condite da luoghi comuni, pregiudizi, offese gratuite, sessiste, maschiliste e squallide".
"Fu passato il limite, era un articolo con evidenti allusioni sessuali"
Nel post l'ex sindaca di Roma è tornata a parlare del periodo in cui è stato pubblicato l'articolo. "Sono passati più di 6 anni. Probabilmente, era uno dei momenti più duri: ogni giorno un attacco, un'accusa infondata, un tentativo di spallata e colpi bassi da chi diceva di essere amico - ha affermato -. Sembrava che tutto fosse lecito. Si poteva scrivere qualsiasi cosa sul mio conto, senza avere alcun riscontro". Il giorno in cui è uscito l'articolo però per Raggi "si è passato il limite. Libero titolava 'Patata bollente' e pubblicava un articolo con evidenti allusioni sessuali. Era il 10 febbraio 2017. Ho denunciato per diffamazione aggravata Vittorio Feltri, autore del pezzo, e Pietro Senaldi, direttore responsabile e ben due gradi di giudizio mi hanno dato ragione".
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"Vittoria di ogni donna"
Per l'ex sindaca di Roma quella ottenuta "non è una vittoria soltanto mia: è una vittoria di ogni donna che si è sentita offesa e di ogni padre, fratello, figlio o marito che si è indignato". L'articolo era "un coacervo di falsità, condite da luoghi comuni, pregiudizi, offese gratuite, sessiste, maschiliste e squallide", ha scritto Raggi aggiungendo che purtroppo si tratta di cose "che tante donne sono costrette a subire ancora troppo spesso da persone che forse vivono su un altro pianeta". Nel post viene anche spiegato il perché della denuncia: "Ho denunciato perché la critica giornalistica è altro e va ribadito, sempre. Perché il mestiere di giornalista, se fatto con onestà e rigore, è in grado di aiutarci a capire il mondo ed essere più consapevoli". Raggi ha concluso il post scrivendo che "è arrivata la sentenza di appello che ha confermato, ancora una volta, che avevo ragione e ha confermato la condanna per Vittorio Feltri e Pietro Senaldi. Siamo donne, non per questo siamo disponibili".