L'ufficio giudiziario ha impugnato per illegittimità l’atto di una bambina con due mamme registrato nell'agosto 2017 dal Comune. Ma presto la stessa sorte toccherà ad altre famiglie: la Procura, infatti, ha fatto sapere che ad aprile ha chiesto al Comune gli atti di tutti i 33 bambini che sono stati registrati all'anagrafe in questo modo. "Sono casi uguali, non c'è nessun motivo per differenziare. Le notifiche dell'impugnazione arriveranno a tutte le coppie", ha detto la Procuratrice di Padova facente funzioni
La Procura di Padova ha aperto la crociata contro gli atti di nascita dei bimbi arcobaleno, cioè figli di due donne conviventi (una delle quali madre biologica). L'ufficio giudiziario nelle scorse ore ha impugnato per illegittimità l’atto di una bambina con due mamme registrato dal Comune nell'agosto 2017. Ma presto la stessa sorte toccherà ad altre famiglie: la Procura, infatti, ha fatto sapere che ad aprile ha chiesto al Comune gli atti di tutti i 33 bambini che, dal 2017, sono stati registrati all'anagrafe in questo modo. Tutti bimbi con il cognome delle due mamme, le cui famiglie saranno messe davanti a un cambio drastico del proprio stato civile. "Sono casi uguali, non c'è nessun motivo per differenziare. Le notifiche dell'impugnazione arriveranno a tutte le 33 coppie", ha detto all’Ansa Valeria Sanzari, la Procuratrice di Padova facente funzioni. "Io sono tenuta a far rispettare la legge e con l'attuale normativa non posso fare altro", ha aggiunto. La Procura di Padova fa leva sul fatto che nel diritto italiano non esiste la “seconda mamma” e neppure la possibilità per la donna di assegnare al figlio biologico il cognome della propria compagna.
Il primo atto impugnato dalla Procura di Padova
Il primo atto di nascita impugnato a Padova, quindi, è quello di una bambina con due mamme registrato nell'agosto 2017. La madre, una quarantenne sposata all'estero con la propria compagna, ha ricevuto la notifica della Procuratrice facente funzioni e l'atto conseguente dell'udienza, fissata dal Tribunale civile per l'11 novembre 2023. La Procura, definendo "illegittima l'indicazione nell'atto di nascita" della mamma non biologica "quale secondo genitore", chiede la "cancellazione" del nome di quest'ultima e la "rettifica" del doppio cognome attribuito con essa alla bambina. La coppia ha un secondo bimbo, figlio biologico dell'altra donna - all'anagrafe il secondo genitore della bambina - e sanno già che tra un po' l'ufficiale giudiziario suonerà alla porta anche per lui. I due bambini hanno pochi mesi di differenza e finora hanno vissuto come fratelli, conosciuti così dai compagni dell'asilo. Nell'impugnazione del certificato di nascita, tuttavia, la magistrata ha scritto che “la giovane età della bambina esclude che la modifica del cognome come richiesto possa avere ripercussioni sulla sua vita sociale". "Non si tratta solo di ripercussioni sulla vita sociale, ma di ripercussioni sulla propria identità, fino a prova contraria un diritto fondamentale. Un trauma personale in una fase delicata dello sviluppo, per il fatto di non avere più un fratello e una mamma", è la risposta della madre della piccola. "Mi chiedo – ha aggiunto – come possa un Tribunale di uno Stato che professa come priorità la tutela dei minori, escludere che una bambina di 6 anni, iscritta alla scuola primaria, possa accusare un cambio di cognome, un fratello e una mamma che nella forma smettono di essere famiglia".
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Le reazioni
Siamo di fronte a "un atto vergognoso e indegno di un Paese civile – ha detto la presidente di Famiglie Arcobaleno Alessia Crocini –. Mentre Carolina Varchi di Fdi, relatrice della proposta di legge contro la Gpa, assicurava in Parlamento che il suo partito ha a cuore tutti i bambini, veniva notificata alle prime mamme l'impugnazione del certificato di nascita: ipocrisia allo stato puro di un governo che da quando si è insediato agisce in maniera sistematica per cancellare i diritti dei nostri figli". È intervenuto anche il sindaco di Padova Sergio Giordani, che si è detto "sereno e convinto delle scelte fatte" e ha spiegato che le trascrizioni dei bambini figli di due mamme "è un atto di responsabilità verso questi piccoli, perché non accetto il pensiero che siano discriminati fin da subito, appena nascono". Un "forte abbraccio al sindaco di Padova e alle famiglie di quei 33 bambini" è stato mandato dalla segretaria del Pd Elly Schlein."Trentatre atti di nascita, dal 2017 a oggi, impugnati dalla Procura di Padova. Non 33 pezzi di carta, ma 33 bambini, esseri umani. E uno è stato già annullato. Ecco cosa produce l'omofobia di Stato di questo governo e di un ministro come Piantedosi che passa sopra i corpi e i sentimenti dei bambini e delle loro famiglie per imporre un unico modello di famiglia. Come si fa ancora a sostenere che non c'è la volontà di discriminare questi bambini?", hanno detto invece la leader di +Europa Emma Bonino e il segretario di +E Riccardo Magi. "Quando lo Stato non ha il coraggio di colmare un vuoto normativo si arriva a situazioni folli come questa di diritti dati e a distanza di anni revocati. E mentre il governo blatera di assurdi reati universali, le conseguenze le pagano i bambini senza garanzie", ha scritto in un tweet la deputata M5S Chiara Appendino.