In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Se a rubare è la maestra che deve formare i bambini

Cronaca

Fulvio Viviano

La storia che arriva dallo Zen 2 di Palermo rappresenta la stortura di una società dove niente è mai come sembra

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Al netto del reato, resta l’amarezza. Per quello che doveva essere e non è stato. Per ciò che la scuola avrebbe dovuto rappresentare e, purtroppo, non ha rappresentato. Soprattutto in un posto difficile come difficile è lo Zen 2. Un quartiere dormitorio dove manca praticamente tutto. Dove è l’illegalità a far da padrona e dove lo Stato, di fatto, quasi non c’è.

C’è la scuola. O forse c’era. Doveva essere il baluardo della legalità. Porta il nome di Giovanni Falcone. Ma adesso, dopo quello che è successo, chi può ancora continuare a crederci?

Di certo, almeno in questo momento, non ci credono più i bambini delle Zen 2 che hanno visto in tv le immagini della maestra che porta via dall’istituto la Tv ed i tablet che erano stati acquistati per loro. Per il loro insegnamento, la loro formazione. Ed hanno visto portare via anche il cibo che doveva essere preparato per i ragazzi alla mensa scolastica. Un pugno allo stomaco per chi nella legalità ci ha creduto e continua a credere ancora. Un pugno allo stomaco per i ragazzini che avevano nella preside Daniela Lo Verde, arrestata dai carabinieri per peculato, un punto di riferimento.

Lo sgomento a scuola

Lei, che nel post pandemia, era stata anche insignita del titolo di cavaliere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella per aver raccolto fondi da destinare alle famiglie rimaste senza aiuti. Adesso è agli arresti domiciliari così come il vice preside, Daniele Agosta e Alessandra Conigliaro, dipendente di una società che si occupa della vendita di apparecchiature informatiche. Ad incastrarli le intercettazioni ambientali, telefoniche e i video registrati dai carabinieri in cui si vedono i tre caricare nelle auto i beni e distribuirseli a seconda delle proprie esigenze.

La preside sapeva di essere sotto la lente di ingrandimento degli investigatori per un altro procedimento, ma questo non l’ha fermata. Ha continuato a caricare la sua auto e a portare tutto a casa. È lì che i carabinieri, durante una perquisizione, hanno trovato tutto.

A scuola c’è sgomento. E c’è il coraggio di una maestra che ha scoperto tutto e ha denunciato. Ma c’è anche chi vedeva e si girava dall’altra parte e che è comunque complice. In un posto dove la legalità doveva essere al primo posto e dove, purtroppo, si è ridotta ad essere un optional.

approfondimento

Chi è Daniela Lo Verde, preside indagata che il Colle nominò Cavaliere