L'ex ministro della Salute in un'audizione davanti ai giudici del 2021. Galli: "Indecisione ha causato troppe morti".Nelle prime fasi della pandemia alcuni errori sono stati fatti, ma soprattutto "il sistema ha mostrato tutta la propria inadeguatezza", ha osservato il virologo. Fontana attacca il microbiologo Crisanti, senatore e consulente della procura di Bergamo per l'inchiesta. Sileri: “Omissioni verranno fuori”. Negli ultimi 7 giorni si registra un calo dei contagi e dei decessi
Covid, Zampa: 'Nessuna inchiesta in altri Paesi, chiediamoci perché'
L'inchiesta di Bergamo sulla gestione della prima ondata Covid "dispiace. Ma penso dovremmo chiederci come mai un'indagine di questo tipo non sia stata aperta, e non venga aperta, in Francia in Germania. O in Inghilterra, dove l'allora primo ministro Boris Johnson era andato in tv per dire: 'Preparatevi a vedere morire i vostri cari'. Tutti i Paesi hanno avuto gli stessi problemi, la stessa impreparazione". A dirlo all'Adnkronos Salute è Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute del governo Conte 2, convinta che "non ha senso giudicare quei giorni basandosi sulle informazioni che abbiamo oggi". Per Zampa "il lavoro che è stato fatto nel nostro Paese è stato straordinario. E il credo che l'Italia sia stato un modello positivo e, ricordiamo, realmente imitato nel resto d'Europa: dopo di noi Francia, Germania, Inghilterra hanno preso le misure che noi avevamo preso. Anche la loro risposta non è stata immediata - precisa - perché tutti abbiamo dovuto capire che ciò che sembrava impossibile era diventato realtà".
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Covid, "pieno sostegno" di 37 dirigenti dell'Iss a Brusaferro
Una lettera di "pieno sostegno" e "vicinanza umana" al presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, è stata sottoscritta da tutti i 37 direttori delle strutture tecniche scientifiche dell'Istituto in
seguito all'indagine che lo ha coinvolto sulla gestione del Covid. La notizia è riportata su Il Messaggero Veneto di Udine. "A diversi livelli - afferma la lettera - abbiamo vissuto con te le fasi complicatissime e convulse di quel periodo e siamo stati testimoni dell'instancabile impegno che hai profuso a tutela della salute pubblica e del 'sistema paese', consentendo al nostro Istituto di interpretare un ruolo tecnico di alto profilo scientifico ed istituzionale e di grande equilibrio".
seguito all'indagine che lo ha coinvolto sulla gestione del Covid. La notizia è riportata su Il Messaggero Veneto di Udine. "A diversi livelli - afferma la lettera - abbiamo vissuto con te le fasi complicatissime e convulse di quel periodo e siamo stati testimoni dell'instancabile impegno che hai profuso a tutela della salute pubblica e del 'sistema paese', consentendo al nostro Istituto di interpretare un ruolo tecnico di alto profilo scientifico ed istituzionale e di grande equilibrio".
Infortuni, Inail: in contagi Covid incidenza femminile elevata fin da inizio pandemia
Dei 315.055 infortuni sul lavoro da Sars-CoV-2 denunciati all’Inail dall’inizio della pandemia alla data del 31 dicembre 2022, ben 215.487, pari a poco meno di sette contagi su 10, sono femminili, una percentuale molto superiore rispetto a quella rilevata per le denunce in complesso, per le quali la quota di infortuni delle donne è mediamente del 40%. Emerge dal nuovo numero del periodico statistico Dati Inail che analizza l’andamento degli infortuni e delle malattie lavoro-correlate in ottica di genere e approfondisce il tema della conciliazione tra vita familiare e vita professionale. L’analisi dei dati statistici, infatti, mostra che le donne sono occupate in settori produttivi nei quali il virus si è particolarmente diffuso, a partire dall’ambito sanitario e da molte attività che vi gravitano attorno, come la pulizia degli ambienti ospedalieri, e da professioni in cui è richiesto un contatto prolungato con gli utenti, come le operatrici allo sportello, le commesse o le insegnanti. Le vittime femminili da contagio sono invece 154 su 891 e rappresentano il 17,3% del totale, una quota più in linea con quella sul complesso delle morti sul lavoro, mediamente pari all’11%.
Medici Bergamo: 'errori ci furono, farne tesoro ma colpa non interessa'
L'inchiesta di Bergamo sulla gestione delle prime settimane di Covid "mette in luce due elementi" che sono mancati: zona rossa e distribuzione di protezioni individuali per i medici, necessità che erano ai tempi "date per scontate dalla popolazione e dai medici". Sicuramente "sono stati fatti degli errori che vanno chiariti e bisogna farne tesoro perché tutto questo non si ripeta". La colpa, invece, "difficile da attribuire rispetto alla situazione caotica della prima ondata, non interessa: è l'ultimo dei problemi". A dirlo all'Adnkronos Salute è Guido Marinoni, presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Bergamo e medico di famiglia in pensione, che ricorda come tra i camici bianchi, su 6mila iscritti all'Ordine bergamasco, si sono contati per la pandemia 31 morti, 9 dei quali medici di famiglia.
De Luca: 'in Campania istituite zone rosse senza aspettare nessuno'
"E' in atto un'indagine che riguarda la gestione del Covid in Lombardia e ho già avuto modo di dire che, quando vi sono iniziative giudiziarie, io non dico nulla, dobbiamo avere rispetto per le persone coinvolte e le loro famiglie ed evitare di fare processi sui giornali. Ma voglio dire qualcosa su quello che abbiamo fatto noi, dobbiamo rivendicarlo: sono stati anni terribili, eravamo ogni mattina a fare il calcolo dei contagi, era diventata un'attività ossessiva. Quando abbiamo trovato in qualche realtà anche minima 10 contagi e poi 12, e quando abbiamo ritenuto sulla base della valutazione delle nostre Asl di essere di fronte a un pericolo di contagio, abbiamo chiuso tutto. Non abbiamo aspettato nessuno per istituire le zone rosse". Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, intervenendo a Benevento all'assemblea di Confindustria dal titolo "Colmare i divari: le priorità per lo sviluppo del Sannio e della Campania".
Schillaci: non commento inchieste
"Non commento le inchieste, tanto meno quella sul Covid. Non
le ho mai commentate da privato cittadino, figuriamoci se le commento da ministro". Lo dichiara il ministro della Salute Orazio Schillaci, a margine della conferenza stampa di presentazione dei Numeri Verdi di pubblica utilità attribuiti alle società scientifiche della Fism, a proposito dell'inchiesta di Bergamo. In merito all'opportunità di procedere con la commissione parlamentare di inchiesta sul Covid, aggiunge: "Non spetta a me dirlo, non sono un parlamentare".
Covid, Vaia: 'Oms va stimolato di più, deve essere promotore rete salute globale'
La pandemia "ci ha insegnato che nessuno può illudersi di vincere da solo tali sfide: risulterà pertanto fondamentale continuare a lavorare alla costruzione di reti internazionali di cooperazione a tutti i livelli, dalla politica alla ricerca, per la tutela della salute globale. In questo, strategico sarà il ruolo dell'Oms, che va sempre più stimolato ad essere promotore della concretizzazione di tali politiche di sanità pubblica in tutti gli Stati membri". Lo ha detto il direttore generale dell'Inmi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, durante la presentazione della relazione triennale 2020-2022 dell'Istituto nazionale per le malattie infettive.
Covid, Vaia: 'Ottimismo razionale, virus è cambiato e controllabile'
"Un ottimismo razionale il nostro che oggi, dopo tre anni dall’inizio della pandemia, possiamo dire giustificato, tanto da spingerci a parlare ora di Covid-23: anche grazie all’immunità ibrida acquisita tramite vaccini e infezione naturale, il virus non è più lo stesso e, sebbene non ancora sottovalutabile, sarà sempre più controllabile, alla stregua di altri virus respiratori stagionali". Così Francesco Vaia, direttore generale dell’Istituto nazionale per le malattie infettive (Inmi) Lazzaro Spallanzani di Roma, durante la presentazione della relazione triennale 2020-2022 'Tre anni al servizio della Persona'. "Sin dai primi giorni della pandemia il nostro sforzo è stato orientato a tenere ferma la consapevolezza che avremmo potuto farcela, senza mai sottovalutare il nemico, ma anche senza mai cedere al catastrofismo che purtroppo tanti danni, di carattere soprattutto psicologico, ha creato nel Paese, in particolare nelle fasce più fragili", conclude il direttore generale.
Covid, De Luca: con 'lanciafiamme' ci siamo salvati
"E' in atto un'indagine che riguarda la gestione del Covid in Lombardia. A riguardo non dico nulla su iniziative giudiziarie, ma la nostra gestione è stata eccellente, come ad esempio le zone rosse con chiusure, nonostante pressioni. Ho fatto ciò che era giusto, anche di dire ai Carabinieri di usare il lanciafiamme e ci siamo salvati". Lo ha detto il governatore della Campania Vincenzo De Luca intervenendo all'assemblea provinciale di Confindustria a Benevento, retta da Oreste Vigorito, insieme al sindaco di Benevento Clemente Mastella e al presidente della Provincia Nino Lombardi. Per quanto riguarda il territorio "dobbiamo fare un grande sforzo insieme per capire quello che è necessario e quello che è possibile. Sono vicino a questa terra meravigliosa, riconfermo l'impegno di una visione di una Regione dove tutti i territori hanno pari dignità".
Covid, Merler a pm: con zona rossa 1/3 metà dei contagi
"Se misure specifiche per i Comuni di Alzano e Nembro, tipo zona rossa di Codogno, fossero state adottate una settimana prima rispetto all'8.3.2020, mi sento di dire ragionevolmente che avremmo avuto la metà dei contagi". E' un passaggio del verbale, ora agli atti dell'inchiesta della Procura di Bergamo sul Covid in Val Seriana, del 7 dicembre 2020, di Stefano Merler, il ricercatore della fondazione Bruno Kessler di Treno, ai tempi consulente del Ministero e autore di una prima proiezione sull'andamento del Coronavirus in Italia basato sui dati cinesi allora disponibile e 'secretata'.
Covid, Vaia: 'Spallanzani baluardo nella lotta a pandemia, aperte strade nuove'
“L’intenso triennio di lotta al Covid appena concluso ha rappresentato uno spartiacque decisivo per il Paese e il suo Servizio sanitario nazionale: dopo il ricovero della coppia di turisti cinesi il 29 gennaio 2020, nulla sarebbe stato più come prima. Abbiamo aperto strade nuove, dimostrando che una sanità performante e orientata alla tutela della persona è possibile. Una sanità dunque che non sia in grado solo di sconfiggere un virus, ma anche di prendersi cura della popolazione". Lo ha detto il direttore generale dell’Inimi Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, presentando la relazione triennale 2020-2022 'Tre anni al servizio della persona'.
"Anni cruciali e difficili, durante i quali l’Istituto si è dimostrato un vero baluardo per il nostro Paese nella lotta contro la pandemia e ha rappresentato l’Italia nel mondo nel campo delle malattie infettive, proiettandosi oltre i confini nazionali - Vaia ha poi aggiunto - Qui sono stati ricoverati i primi pazienti affetti dal virus; qui, per la prima volta in Italia, è stato isolato il Sars-CoV-2; qui sono stati implementati nuovi modelli organizzativi e di gestione clinica, terapie sperimentali, nuove metodiche e strumenti di testing".
"Anni cruciali e difficili, durante i quali l’Istituto si è dimostrato un vero baluardo per il nostro Paese nella lotta contro la pandemia e ha rappresentato l’Italia nel mondo nel campo delle malattie infettive, proiettandosi oltre i confini nazionali - Vaia ha poi aggiunto - Qui sono stati ricoverati i primi pazienti affetti dal virus; qui, per la prima volta in Italia, è stato isolato il Sars-CoV-2; qui sono stati implementati nuovi modelli organizzativi e di gestione clinica, terapie sperimentali, nuove metodiche e strumenti di testing".
Speranza a pm: non chiedemmo ritiro report Oms 'anti-Italia'
"Come già affermato da tutti i vertici di Oms, sia europeo che mondiali, il Governo italiano non ha esercitato alcuna pressione per la modifica del report e il suo ritiro". Lo ha detto l'ex ministro alla Salute Roberto Speranza, sentito dai pm di Bergamo nel gennaio 2021, in altri passaggi della sua audizione, quelli relativi alla rimozione dal sito dell'Organizzazione Mondiale della Sanità di un report firmato da un gruppo di ricercatori con ufficio a Venezia, in cui si metteva in luce l'inadeguatezza della prima risposta dell'Italia alla pandemia Covid. Rimozione avvenuta il 14 maggio 2020, meno di 24 ore dopo la sua pubblicazione. Tema questo che creò anche uno scontro di dichiarazioni, finito nelle indagini, tra l'allora direttore vicario Oms Ranieri Guerra e il ricercatore Francesco Zambon. Speranza ha chiarito che lui e Brusaferro, direttore dell'Iss, erano "sorpresi che Oms pubblicasse una cosa sull'Italia finanziata dal Kuwait". E ricevette una chiamata dal direttore dell'Oms Europa Hans Henri P. Kluge che gli disse "che era stato un errore la pubblicazione del report che non era stato visto e autorizzato". Comunque quel report, secondo Speranza, "non toglie e non aggiunge nulla", perché "l'Italia ha rappresentato un modello per il mondo per come ha affrontato la pandemia". Gli inquirenti hanno anche contestato a Speranza una chat tra Brusaferro e Guerra, nella quale quest'ultimo "si è scusato" con l'allora ministro "per la pubblicazione del report".
Covid, Zampa: 'Nessuna inchiesta in altri Paesi, chiediamoci perché'
L'inchiesta di Bergamo sulla gestione della prima ondata Covid "dispiace. Ma penso dovremmo chiederci come mai un'indagine di questo tipo non sia stata aperta, e non venga aperta, in Francia in Germania. O in Inghilterra, dove l'allora primo ministro Boris Johnson era andato in tv per dire: 'Preparatevi a vedere morire i vostri cari'. Tutti i Paesi hanno avuto gli stessi problemi, la stessa impreparazione". A dirlo all'Adnkronos Salute è Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute del governo Conte 2, convinta che "non ha senso giudicare quei giorni basandosi sulle informazioni che abbiamo oggi". Per Zampa "il lavoro che è stato fatto nel nostro Paese è stato straordinario. E il credo che l'Italia sia stato un modello positivo e, ricordiamo, realmente imitato nel resto d'Europa: dopo di noi Francia, Germania, Inghilterra hanno preso le misure che noi avevamo preso. Anche la loro risposta non è stata immediata - precisa - perché tutti abbiamo dovuto capire che ciò che sembrava impossibile era diventato realtà".
Covid, Ue: malattie circolatorie e cancro le più letali nel 2020
Nel 2020, nonostante la pandemia di Covid-19, le malattie del sistema cardiocircolatorio sono state la principale causa di morte in tutti i paesi dell'Ue, ad eccezione di Danimarca, Irlanda, Francia e Paesi Bassi, dove il cancro è stata la ragione principale dei decessi. Lo comunica Eurostat. Questi due gruppi di malattie sono quindi rimasti le principali cause di morte e, in totale, nell’Ue 1,7 milioni di persone sono morte per malattie cardiocircolatorie e quasi 1,2 milioni per cancro. Tra i Paesi membri dell'Ue la quota più alta di decessi per malattie del sistema cardiocircolatorio è stata osservata in Bulgaria (61%) e la più bassa in Francia (20%), mentre la quota più alta di decessi per cancro è stata registrata in Irlanda (29%) e la quota più bassa in Bulgaria (15%). Nell'anno in cui è scoppiata la pandemia, la Covid-19 è stata la terza principale causa di morte nell'Ue, con un totale di quasi 439mila decessi.
Covid, Schillaci: 'Non commento inchieste'
"Non commento le inchieste, tanto meno quella sul Covid. Non le ho mai commentate da privato cittadino, figurarsi se le commento da ministro". Così il ministro della Salute Orazio Schillaci, a margine della conferenza stampa di presentazione dei numeri verdi di pubblica utilità attribuiti alle società scientifiche della Fism a proposito dell'inchiesta di Bergamo. E sull'ipotesi di procedere con commissione di inchiesta parlamentare sul Covid, Schillaci ha tagliato corto: "Non spetta a me dirlo perché non sono un parlamentare".
Covid, Zampa: 'Nessuno al mondo era preparato, Italia è stata modello'
"La storia ci ha detto che nessuno al mondo era adeguato a fronteggiare la pandemia perché nessuno era preparato. E' evidente che io fossi, al tempo, consapevole che quello che sapevamo non bastava. Tutti, ognuno con i propri ruoli e responsabilità, sono stati consapevoli della necessità di avere più strumenti. Tanto è vero che è stato necessario istituire il Comitato tecnico scientifico (Cts), che a mio avviso è stata un'intuizione straordinaria". Così all'Adnkronos Salute Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute del Conte 2, in merito all'inchiesta di Bergamo sulla prima ondata pandemica e sulle chat in cui la sottosegretaria parlava di impreparazione. "Penso che l'Italia abbia lavorato benissimo, ed è stato un modello - sottolinea - imitato dagli altri Paesi nella lotta alla pandemia. Quindi mi dispiace per questo epilogo". "Leggere con gli occhi di oggi quella storia - ribadisce Zampa - non ha nessun senso. Non si può giudicare con gli stessi parametri. Erano anche momenti di tensione, di stanchezza, di molta disperazione. Ero consapevole che serviva molto di più. E purtroppo poi l'abbiamo imparato, tutti. E non solo noi italiani. Con quello che abbiamo imparato in quei giorni difficili, oggi sappiamo affrontare tutto diversamente. L'importante, ora, che lo si sappia fare in futuro. Credo, quindi, che l'errore più grande che si possa fare è di leggere ciò che avveniva in quelle ore usando gli strumenti che abbiamo acquisito cammin facendo", conclude.
Speranza a pm: anche su virus futuri non decide la politica
Se "in futuro dovesse arrivare un virus diverso dal Covid19 ma sempre incidente sulle vie respiratorie, saranno i tecnici del ministero, come già avvenuto in questa occasione, a valutare se il Panflu (Piano pandemico influenzale) 2021-2023 o lo stesso piano covid sarà da attuare o meno. Ribadisco che non è una scelta politica ma tecnica". Lo ha sostenuto, sentito come teste dai pm di Bergamo nel gennaio 2021, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, indagato nell'inchiesta con al centro i reati di epidemia e omicidio colposi.
Familiari vittime Covid manifestano a ministero Salute
Manifestazione del comitato nazionale familiari vittime covid, questa mattina, davanti al ministero della salute . "Chiediamo con forza- ha affermato la presidente Sabrina gualini- di essere ascoltati e di essere parte attiva nella commissione di inchiesta sul covid, perché noi non condanniamo ma diciamo che nessuno è assolto. La commissione non deve essere amministrativa economica ma deve fare una indagine vera sulle cure mancate" . La commissione, conclude, " non deve essere solo parlamentare ma mista, vogliamo esserne parte integrante".
Speranza a pm: ci è mancato manuale per virus sconosciuto
"La bussola l'abbiamo sempre avuta e ci portava a difendere innanzitutto la salute delle persone (...) ciò che ci mancava era il manuale di istruzione su come fronteggiare un virus sconosciuto". Lo ha detto l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, sentito dai pm di Bergamo in un'altra audizione nel gennaio 2021, sul capitolo della mancata attuazione del piano pandemico. "Il piano era datato e non costruito specificamente su un coronavirus ma su un virus influenzale", ha spiegato Speranza, chiarendo che l'attuazione del piano "è compito del direttore generale" della Prevenzione del Ministero (Claudio D'Amario, pure lui indagato).