Verdetto sulle presunte false testimonianze delle ospiti delle serate ad Arcore nei due primi processi sull'affaire Ruby. Il leader di Fi, imputato per corruzione in atti giudiziari: “Assolto dopo più di 11 anni di fango e danni politici”. Karima el Mahroug: "Ruby è stata un'invenzione". Procuratrice aggiunta Siciliano: "Prove ci hanno dato la convinzione che ci siano state false testimonianze e corruzione". Marina Berlusconi: “Vittoria ha prezzo alto”. La sorella Barbara: “Mio padre è più perseguitato del mondo”
Silvio Berlusconi è stato assolto dall'accusa di corruzione in atti giudiziari nel processo milanese sul caso Ruby ter. Assolti anche gli altri 28 imputati, qualcuno prosciolto per prescrizione per le posizioni minori: le assoluzioni, sempre con la formula "perchè il fatto non sussiste", hanno riguardato tra gli altri Karima el Mahroug e le 20 giovani ex ospiti delle serate di Arcore. Per Berlusconi l'aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio avevano chiesto una condanna a 6 anni di reclusione e una confisca da 10 milioni di euro. “Assolto dopo 11 anni di fango e di danni politici incalcolabili”, ha commentato Berlusconi. "Non c'è amarezza, è il nostro sistema giudiziario, abbiamo lavorato con profonda convinzione e le prove dal nostro punto di vista ci hanno dato la convinzione, che rimane, che ci siano state le false testimonianze e la corruzione", ha detto invece Siciliano ai cronisti dopo la sentenza. Poi a chi le chiedeva se la Procura ricorrerà in appello ha risposto: "Fateci prima leggere le motivazioni". "È un'assoluzione con la formula più ampia e più piena possibile, non posso che essere enormemente soddisfatto, tre su tre!", ha commentato l'avvocato Federico Cecconi, facendo riferimento anche alle precedenti assoluzioni per i due filoni a Siena e Roma. Le giovani ex ospiti delle serate di Arcore, sentite nei 2 processi sul caso Ruby, "non potevano legittimamente rivestire l'ufficio pubblico di testimone", perché andavano indagate già all'epoca e sentite come testi assististe da avvocati. Non essendoci più le false testimonianze, in sostanza, cade anche la connessa accusa di corruzione in atti giudiziari perché manca "l'ipotizzato corruttore, nel caso di specie Berlusconi", ha scritto il presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, in una nota in cui anticipa il cuore delle motivazioni della sentenza.
Berlusconi: “Assolto dopo 11 anni di fango e danni politici”
Silvio Berlusconi ha affidato il suo commento dopo la sentenza a un post sui social. "Sono stato finalmente assolto dopo più di undici anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili, perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte”, ha scritto. Poco prima, l’avvocato Federico Cecconi parlando con i cronisti aveva spiegato che la reazione dell’ex premier è stata "naturalmente di sollievo su una vicenda che lo ha impegnato anche emotivamente per tanto tempo e che adesso, spero, possiamo definitivamente, visto che siamo a tre assoluzioni su tre, chiudere".
La nota del presidente del Tribunale
Tornando alla nota del presidente del Tribunale di Milano, si legge: sulla base "degli elementi di fatto" che "verranno dettagliatamente illustrati nella motivazione della sentenza, il Tribunale ha accertato che le imputate Amarghioalei, Barizonte, Berardi, Bonasia, Cipriani, De Vivo Concetta, De Vivo Eleonora, El Mahroug, Espinosa, Faggioli, Ferrera Marianna, Ferrera Manuela, Loddo, Garcia Polanco, Guerra, Rigato, Skorkina, Sorcinelli, Toti, Trevaini e Visan non potevano legittimamente rivestire l'ufficio pubblico di testimone nei procedimenti" Ruby e Ruby bis "perché sostanzialmente indagate di reato connesso". Gli indizi "non equivoci a loro carico risultavano dagli atti dei procedimenti in cui le stesse sono state escusse come testimoni". Questo accertamento, si legge ancora, "sulla qualità soggettiva in capo alle imputate dei reati contestati incide sulla stessa possibilità di configurare sia la falsa testimonianza che la corruzione in atti giudiziari". La falsa testimonianza, infatti, chiarisce il Tribunale, "può essere commessa solo da chi legittimamente riveste la qualità di testimone". Andavano, invece, indagate e sentite con la presenza di avvocati e la possibilità di non rispondere. La corruzione in atti giudiziari, poi, "sussiste solo quando il soggetto corrotto sia un pubblico ufficiale". La Cassazione ha chiarito "che il giudice" deve "verificare se il dichiarante che si assume essere stato corrotto sia stato o meno correttamente qualificato come testimone". E poiché "le persone chiamate a rendere dichiarazioni nei processi" andavano "correttamente qualificate come indagate di reato connesso e non testimoni, non solo non è configurabile il delitto di falsa testimonianza ma neppure il reato di corruzione in atti giudiziari, mancando la qualità di pubblico ufficiale (nella specie: testimone) in capo al 'corrotto'". Così l'elemento "costitutivo del delitto corruttivo" non "può sussistere nemmeno nei confronti dell'ipotizzato corruttore, nel caso di specie Berlusconi". Infatti, la "corruzione in atti giudiziari presuppone necessariamente un accordo tra il pubblico ufficiale corrotto e il corruttore". Assoluzioni che si trascinano dietro, in sintesi, anche quelle di Giuliante, ex legale di Ruby e per l'accusa presunto intermediario nella corruzione, e di Luca Risso, ex compagno della giovane e che era accusato di riciclaggio. Anche Risso, poi, non poteva essere sentito come teste 'semplice'. Infine, è stata pronunciata "assoluzione per il delitto di false informazioni al pm contestato a Pedrini, per le false testimonianze ascritte a Carlo Rossella (giornalista, ndr), nonché per l'ipotesi di favoreggiamento alla prostituzione contestato a Espinosa perché dagli atti è emersa con evidenza l'insussistenza del fatto. Per la residua imputazione di calunnia contestata a Bonosia e le false testimonianze di cui erano accusati Losi, Rossi e Puricelli ha prevalso l'estinzione del reato per prescrizione".
La sentenza
Col dispositivo letto dai giudici Tremolada-Gallina-Pucci della settima penale di Milano, dopo poco più di due ore di camera di consiglio e oltre 6 anni di processo, sono crollate le accuse di corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Accuse cancellate per Berlusconi e per gran parte degli altri 28 imputati, tra cui, tra gli altri, Karima, le cosiddette "ex olgettine", una ventina in tutto, l'ex legale di Ruby, l'avvocato Luca Giuliante, e Luca Risso, ex compagno della giovane marocchina che era imputato per riciclaggio. Tutti assolti dalle accuse, ha stabilito il Tribunale, "perché il fatto non sussiste". Prescritte, invece, solo poche imputazioni: una calunnia che era contestata a Roberta Bonasia (nei confronti di Ambra Battilana) e le presunte false testimonianze imputate a Simonetta Losi, moglie del pianista di Arcore, e Maria Rosaria Rossi, ex senatrice ed ex fedelissima del Cavaliere. Nessuna confisca e anzi il dissequestro delle somme in contanti sequestrate durante le indagini. Sul verdetto potrebbe aver pesato un'ordinanza già emessa dai giudici nel novembre 2021: hanno dichiarato "inutilizzabili" i verbali di almeno 18 giovani resi nei processi Ruby perché, secondo il Tribunale, andavano già indagate dal marzo 2012 e sentite in aula con la garanzia dei testi assistiti da avvocati. Crollando le false testimonianze potrebbe essere caduta anche la connessa accusa di corruzione dei testimoni. Le motivazioni arriveranno tra 90 giorni.
Pm: "Corruzione c'era"
"Se tutto si basa su una lettura dei fatti nella quale dei soggetti testimoni pubblici ufficiali hanno ricevuto dei pagamenti per testimoniare il falso ma questo ruolo poi non viene riconosciuto, non viene confermato, è una questione squisitamente giuridica", ha spiegato Siciliano con a fianco il pm Luca Gaglio, facendo riferimento alle motivazioni del verdetto anticipate nella sostanza dal Tribunale con una nota. "Loro hanno mentito, è accertato con due sentenze passate in giudicato, questo è il presupposto, poi il tema è squisitamente giuridico: se hanno mentito nella veste di testi o di soggetti che avrebbero dovuto avere un'altra qualifica, che non sarebbero stati tenuti a dire la verità".
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Polanco: "Vorrei delle scuse"
"Mi sento benissimo. E visto che sono stata assolta vorrei che si scusassero per il fango che ci hanno tirato addosso", ha detto Marysthell Polanco dopo la lettura della sentenza con cui è stata assolta, assieme a Silvio Berlusconi, e a tutti gli altri imputati nel processo Ruby ter. "Non vedo l'ora di arrivare a casa per dire ai miei figli e alla mia famiglia che è tutto finito". La ex showgirl, che da tempo vive in Svizzera, ha ricordato la "generosità" di Berlusconi: "Lo adoro. Ha sempre aiutato tutti e non solo noi. E continuerà a farlo. Non l'ho più risentito ma gli auguro il meglio".
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Karima el Mahroug: "Ruby è stata tutta un'invenzione"
"Ruby è stata tutta un'invenzione, il mio nome rimane Karima e ora è finito un incubo", ha detto Karima el Mahroug dopo esser stata assolta a Milano. "Ho bisogno di tempo per assimilare - ha aggiunto - sono contenta perchè finalmente una parte di verità è venuta fuori". Karima El Mahroug dopo la lettura della sentenza ha stretto le mani al procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e al pm Luca Gaglio e ha rilasciato qualche dichiarazione ai cronisti. "Non immaginavo una cosa così - ha detto - Sono contentissima. È stata una liberazione" da una vicenda "che mi ha travolto" quando "avevo 17 anni e che è stata un macigno non da poco".
Le posizioni di accusa e difesa
Niente da fare per la Procura, che aveva parlato di un patto "corruttivo", riscontrato da "prove", come i messaggi tra le ragazze e le "telefonate" con l'ex premier, che prevedeva da parte del leader FI il "mantenimento", assicurando loro un reddito "con un mensile da 2.500 euro", ma anche "una casa" oltre ad altre utilità, come macchine e contratti tv, a seconda del pressing e delle lamentele. Il tutto in cambio del silenzio sul "bunga-bunga" nei processi Ruby (dove Berlusconi fu assolto) e Ruby bis, dove vennero condannati Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti. I legali dell'ex presidente del Consiglio, gli avvocati Franco Coppi e Federico Cecconi, avevano chiesto l'assoluzione "perché il fatto non sussiste": nessun "germoglio" di un presunto accordo corruttivo con le ragazze, a cui il leader di FI diede soldi "come ristoro" per i danni dello scandalo mediatico e che in alcuni casi (citata Barbara Guerra) hanno pure tentato di ricattarlo.
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Le reazioni di Marina e Barbara Berlusconi
Dopo la sentenza sono arrivate anche le reazioni delle figlie di Silvio Berlusconi. "Certo, la soddisfazione è grandissima, e il fatto che la giustizia riconosca finalmente la verità è importante, ma è una vittoria che ha avuto un prezzo troppo alto", ha detto Marina Berlusconi. Prezzo alto, ha aggiunto, "non solo per mio padre, anche per tutte le persone che lo amano e lo stimano, per i milioni di italiani che negli anni lo hanno votato. Una persecuzione del genere non si può cancellare così, con un colpo di spugna". Poco dopo è arrivato anche il commento della sorella Barbara: "Mio padre è l'uomo più perseguitato del mondo, con 86 processi e più di 4.000 udienze. È un processo surreale, che nemmeno doveva cominciare. Uno strascico del primo processo Ruby, nel quale mio padre era già stato assolto con formula piena". "Il tribunale – ha detto ancora Marina Berlusconi – oggi afferma che il fatto addirittura non sussiste. Da provo una doppia amarezza: oltre al danno di immagine, non tutti comprendono come i processi colpiscano l'animo, ma soprattutto la salute della persona indagata".