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Morto durante stage, la famiglia di Giuliano De Seta non avrà il risarcimento Inail

Cronaca

Lo stage formativo non prevede indennizzi, tranne nel caso in cui chi vi partecipa non sia capofamiglia. Il 18enne è deceduto lo scorso settembre dopo essere stato travolto da una pesante lastra di ferro. Il giovane, residente a Ceggia (Venezia) frequentava la quinta all'istituto tecnico "Da Vinci" di Portogruaro e aveva iniziato un progetto di alternanza scuola-lavoro

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Nessun risarcimento per la famiglia Giuliano De Seta, lo studente 18enne deceduto lo scorso 16 settembre per un incidente sul lavoro mentre stava effettuando a Noventa di Piave uno stage all'interno della Bc Service, fabbrica di Noventa di Piave (Venezia). Il ragazzo era stato schiacciato da una pesante lastra di ferro scivolata da un cavalletto. De Seta è morto all'ospedale dopo essere stato prima soccorso da alcuni operai dello stabilimento e poi dai medici del Suem. Il 18enne, residente a Ceggia (Venezia) frequentava la quinta all'istituto tecnico "Da Vinci" di Portogruaro e aveva iniziato lo stage secondo il progetto di alternanza scuola-lavoro. La famiglia non potrà ricevere alcun risarcimento da parte dell'Inail perchè la norma lo prevede soltanto nel caso lo stagista sia anche "capofamiglia".

Processo il 10 marzo: da accertare dinamica incidente

Secondo l’autopsia, effettuata lo scorso 23 settembre nell’ospedale di San Donà dal medico legale Silvano Zancaner, nominato dalla Procura di Venezia, De Seta è morto per politrauma da schiacciamento, con accertata lesività di tipo distruttivo, il cosiddetto sfacelo cranico. Il giovane è stato schiacciato da una lastra di metallo del peso di una tonnellata.  Il processo per accertare eventuali responsabilità della BC Service inizierà il 10 marzo. I giudici dovranno stabilire l’esatta dinamica dell’incidente che ha portato alla morte, valutare se c’è stata una sorveglianza, e se De Seta stava svolgendo mansioni consone al suo ruolo di stagista. Gli indagati per omicidio colposo sono il titolare e il responsabile sicurezza della ditta, il tutor scolastico e la preside dell'Itis Leonardo Da Vinci, dove il ragazzo studiava.

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Nel 2022 1.484 decessi sul lavoro in Italia

Secondo una elaborazione del Centro Studi della Cub (in base a dati Inail) e Osservatorio nazionale morti sul lavoro sia di Bologna che di Mestre, i morti sul lavoro nel 2022 sono stati complessivamente almeno 1.484 (1.404 nel 2021 calcolati con gli stessi parametri) equivalenti a 28 a settimana e 4 al giorno di media. I deceduti direttamente sul luogo di lavoro sono 665, mentre sono 819 quelli che hanno perso la vita in viaggio (dovuto alla professione, per esempio gli autotrasportatori) o andando o tornando dal luogo di impiego. Le categorie maggiormente falcidiate sono l'agricoltura, l'autotrasporto e l'edilizia che superano insieme la metà degli infortuni mortali. Il dato sugli stranieri morti - 95 - è equivalente a quasi il 6,6% del totale: fra loro "molti lavoravano in maniera irregolare o in nero".

Lombardia, Veneto e Campania le regioni con più morti bianche

Maglia nera è la Lombardia (225 morti), seguita da Veneto (135), Campania (125), Emilia-Romagna (112), Piemonte (110), Lazio (110), Sicilia (102), Marche (71), Toscana (71), Calabria (69), Trentino Alto Adige (65), Puglia (64), Sardegna (55), Abruzzo (48), Umbria (34), Liguria (31), Friuli Venezia Giulia (22), Basilicata (21) e, infine Valle d'Aosta (7) e Molise (7). "È una vera e propria emergenza nazionale che deve essere affrontata dal governo" - sottolinea il segretario nazionale della Cub, Walter Montagnoli - "dovuta, tra l'altro, alla diffusa precarietà, alla forte carenza di controlli, ai subappalti e ai processi produttivi che hanno il profitto come unico parametro. Questa strage quotidiana richiede l'introduzione del reato di 'omicidio sul lavoro' per provare ad arginare un fenomeno non degno di un Paese civile".

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