Chiara Gualzetti, killer simula finto omicidio in carcere usando il ketchup

Cronaca

Il minorenne, condannato a luglio per l’omicidio della ragazza, ha inscenato un omicidio “per scherzo” nella sua cella, imbrattando tutto con la salsa rossa: è scritto nelle motivazioni della sentenza, rese note oggi. Per i giudici del tribunale dei Minori il giovane mostra “assenza di empatia e senso di colpa”

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Il ragazzo condannato a luglio per l’omicidio di Chiara Gualzetti ha simulato “per scherzo” un delitto in carcere, imbrattando tutto con il ketchup. Emerge questa verità dalle motivazioni della condanna, a 16 anni e quattro mesi, per il giovane che il 27 giugno 2021 a Monteveglio, nel bolognese, uccise la sua coetanea. Con la complicità di un suo compagno di cella, il minorenne ha sporcato ovunque con la salsa rossa, facendo finta “di essere impazzito di nuovo”, come ha riferito lui stesso in aula. Anche in relazione a questo comportamento, per i giudici del tribunale dei Minori è evidente “l’assenza di empatia e di senso di colpa” del giovane killer. 

“Nessun rammarico per la povera vittima”

Il giovane "non ha mai speso un pensiero di rammarico per la povera vittima, né ha mai manifestato dispiacere per quello che è successo, ma invece ha espresso dispiacere per se stesso, tendendo a semplificare e giustificare l'accaduto asserendo che 'non è stata colpa sua', che il suo errore è stato cedere ai condizionamenti del demone". È quanto scrive nelle motivazioni della sentenza il Gup del Tribunale di Bologna. Al giovane killer, il giudice ha comunque riconosciuto le attenuanti generiche "in considerazione della piena confessione dei fatti edelle svantaggiate condizioni di vita che indubbiamente hanno esercitato un'influenza negativa sui suoi comportamenti”.

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“Impossibile capire perché abbia scelto lei come vittima”

"La motivazione del gesto rimane ancora incomprensibile". Lo scrive ancora nella sentenza di condanna il Gup di Bologna. Il giovane ha cercato di giustificare il terribile gesto parlando di “demoni” e di “voci” che lo avrebbero costretto ad agire. Tuttavia “non è stato possibile comprendere perchè il 16enne abbia scelto proprio la povera Chiara Gualzetti". Il ragazzo, secondo il giudice, ha una personalità fortemente disturbata, anche se lucida e pienamente capace di intendere e di volere.

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