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Campania, spari a pizzerie. Il pizzaiolo sfida i clan: "No alla camorra"

Cronaca

Gaia Bozza

"Diciamo no ai soprusi, no alla paura, sì alla libertà di impresa, sì alla convivialità, sì alla vita". Un pizzaiolo di Frattamaggiore, in provincia di Napoli, sfida così i clan dopo aver ricevuto un'intimidazione, con spari verso la sua attività in piena notte. Non è un caso isolato. Venerdì iniziativa di solidarietà del Comitato di liberazione dalla camorra

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Luca Piscopo gestisce da sedici anni una pizzeria a Frattamaggiore, in provincia di Napoli. Un’area, quella tra Napoli a Caserta, attraversata da fibrillazioni criminali di vario genere. Al punto che in breve tempo cinque o sei attività nella stessa zona sono state colpite da minacce della camorra. E così è successo a Piscopo: “Domenica abbiamo chiuso all’una di notte come al solito, abbiamo chiuso il portone e azionato l’allarme”, racconta. Una sera come tante. Ma la mattina seguente l’addetta alle pulizie si è accorta che il vetro della finestra era rotto. Erano spari. 

Dalle telecamere di sorveglianza è emerso che “una Fiat Panda grigia ha esploso cinque colpi d’arma da fuoco – ricorda il titolare - Hanno sparato senza scendere dall’auto, fermandosi davanti alla porta d’ingresso e mirando alla finestra che dà sulle sale”. Tutto è stato denunciato alle forze dell’ordine: “Non abbiamo ricevuto nessuna minaccia precedente e nessuna richiesta estorsiva – precisa – I miei dipendenti ed io stiamo bene e non ci lasciamo intimorire”. 

Pizzaiolo minacciato scrive post contro i clan

Un botta e risposta: agli spari, si contrappone il coraggio delle parole di condanna. Piscopo ha deciso di scrivere un post sui social, dalla pagina Facebook della sua pizzeria, per denunciare l’accaduto e gridare no alla camorra. C’è scritto: “Diciamo no alla camorra, no ai soprusi, no alla paura, sì alla libertà di impresa, sì alla convivialità, sì alla vita. Luca Piscopo e il suo staff vi aspetta stasera e nei prossimi giorni come oramai fa da oltre sedici anni e come farà nei prossimi anni a venire. Viva la pizza!”. Ha scelto di scrivere sui social di getto, per incoraggiare le persone e per dire un deciso “no” alla gente che agisce in questo modo, con atti camorristici. “Ho reagito con tanta rabbia – si sfoga – perché ho fatto investimenti e sacrifici, pensi che ho ampliato l’attività durante il covid, prima facevo solo asporto: una follia, eppure l’ho fatto perché credo nel futuro. Adesso sul futuro c’è un punto interrogativo, ma la voglia di andare avanti è tanta. E voglio mandare un messaggio a queste persone: sono disponibile a insegnare loro a fare la pizza, l’arte bianca, purché lascino questa strada della malavita che non porta a niente”. 

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Solidarietà del Comitato di liberazione dalla camorra

Il post è diventato, in breve, molto condiviso, rilanciato anche dal senatore Sandro Ruotolo, tra i promotori del Comitato di liberazione dalla camorra, nato proprio in quelle zone: venerdì mattina, spiega Luigi Costanzo, medico di famiglia e tra gli attivisti anticamorra della zona, il comitato andrà a portare solidarietà a questa e alle altre pizzerie minacciate dagli spari e si ci sarà un pranzo simbolico contro la camorra, “proprio perché le persone che hanno subito questi atti non restino isolate– spiega Costanzo – Uno dei pizzaioli che ho chiamato per annunciargli questa iniziativa mi ha ringraziato e mi ha confidato che si sente solo”. 

 

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