Quirinale, la storia di Giorgia: 12enne appassionata di politica, a Roma per l'elezione

Cronaca

Gaia Mombelli

Una ragazzina innamorata della politica chiede alla madre come regalo, per i suoi successi scolastici, di poter assistere da vicino all'elezione del Capo dello Stato. E così, da una città del nord, è arrivata a Roma, e ha assistito alla rielezione di Sergio Mattarella

LO SPECIALE SULLA RIELEZIONE DI MATTARELLA

 

“Dovete amare la politica perché ne vale la pena”. Lo dice una dodicenne ai suoi coetanei. Lo dice dopo essere stata per tutta settimana davanti all’ingresso del palazzo dei gruppi parlamentari a fianco di Montecitorio, limite massimo prima dello stop imposto dalle forze dell’ordine.

Chi è questa ragazzina?

Giorgia (nome di fantasia), accompagnata dalla madre, è una ragazzina che arriva da una città del nord, frequenta la seconda media e ha chiesto come regalo, per gli ottimi risultati scolastici, di poter assistere da vicino all’elezione del Presidente della Repubblica. "Della politica mi piace tutto, guardo tutto in tv e leggo sempre i giornali", ci dice. E così, diligentemente, ogni mattina e fino all’ora di cena, G. è rimasta al freddo ad ascoltare le dichiarazioni dei politici che nella frenesia e convulsione di questi giorni, rispondevano alle domande dei giornalisti.

"Mi piace tutto della politica"

“Mi piace tutto della politica”, ci racconta, “inutile dirvi che da grande vorrei fare il politico, e se non ci dovessi riuscire, vorrei fare la giornalista”. G. ascolta tutti, ha l’entusiasmo di chi davvero coltiva una passione. Se ne sta con la madre un po' di lato, ascolta, commenta. Cerca di carpire i messaggi che i politici nascondono tra le righe. 

I politici di domani

“C’è bisogno” ci dice dall’alto dei suoi 12 anni “di persone come me che seguono la politica, perché un domani ci dovranno essere nuovi politici e se i giovani non sono interessati non ne avremo”. G. ci ha raccontato che sognava di vedere eletta una donna al Quirinale, Marta Cartabia o Elisabetta Belloni. Mattarella, ci dice, è stato un grande presidente. Quando l’abbiamo incontrata ancora non sapevamo che lo sarebbe stato ancora per sette anni. Chissà che un giorno, G. non lo possa dire direttamente a lui. 

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