Timbravano il cartellino e poi uscivano, 15 condanne a Sanremo

Cronaca

Le pene, decise nel processo di primo grado, per truffa ai danni dello Stato e violazione della Legge Brunetta sul pubblico impiego, vanno dagli 8 mesi ai 3 anni e 7 mesi. Sono tutti dipendenti pubblici

Sono accusati dell’infedele timbratura del cartellino e di essersi assentati senza giustificazione durante l’orario di lavoro. Il processo di primo grado per truffa ai danni dello Stato e violazione della Legge Brunetta sul pubblico impiego, che si è svolto ad Imperia, si è concluso con 15 condanne su un totale di sedici imputati - tutti dipendenti comunali - con pene che vanno dagli 8 mesi a 3 anni e 7 mesi. Unica assoluzione quella di Rita Torre, nei confronti della quale il giudice monocratico del tribunale di Imperia Francesca Minieri ha tenuto conto della particolare tenuità del fatto. 

Le reazioni alla sentenza

Una sentenza, quella di oggi, nettamente diversa rispetto alle assoluzioni che il giudice Paolo Luppi aveva pronunciato per gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato. "Non può che esserci grande soddisfazione per un processo certosino, con oltre trenta udienze, la prima delle quali a gennaio, con il pm che ha analizzato ogni singola vicenda, minuto per minuto, uscita per uscita. Il fatto che il giudice abbia ritenuto fondate queste ipotesi, escludendo tra l'altro la colpevolezza per molti episodi, con la difesa che ha citato tutti i testimoni per un processo completo, ci dà massima soddisfazione". Questa la reazione del Procuratore di Imperia, Alberto Lari, che dopo la sentenza aggiunge: "Abbiamo apprezzato il lavoro del giudice e l'impegno del tribunale, che hanno fatto prevalere l'interesse della giustizia e dello Stato, pur trattandosi di reati prossimi alla prescrizione".

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