Sale la tensione nel Golfo di Oman: alcune petroliere fuori controllo, sospetti sull'Iran

Cronaca
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Alcune navi sarebbero in difficoltà e "senza comando" nelle acque al largo degli Emirati. Tra di loro anche la Asphalt Princess: un gruppo di 8 o 9 persone armate sarebbe salito a bordo e avrebbe preso in ostaggio l’equipaggio. Alcune fonti hanno avanzato l'ipotesi che dietro ci possano essere "forze sostenute dall'Iran". Accuse che Teheran nega. Nei giorni scorsi nella stessa area era stata attaccata la petroliera israeliana Mercer Street: anche in quel caso Usa, Uk e Israele avevano puntato il dito contro l'Iran

Torna a salire la tensione nel Golfo di Oman. Alcune navi sarebbero in difficoltà nelle acque al largo degli Emirati e almeno una di loro potrebbe essere stata dirottata. È quanto riportano i media stranieri. Secondo Sky News, un gruppo di otto o nove persone armate sarebbe salito a bordo della Asphalt Princess, battente bandiera panamense, nel Golfo di Oman. Anche lo United Kingdom Maritime Trade Operations (Ukmto), servizio della marina militare Gb che si occupa di informazioni relative alla sicurezza nella navigazione, parla di un “potenziale dirottamento” della nave e alcune fonti hanno avanzato l'ipotesi che dietro il nuovo episodio nel Golfo Persico ci possano essere "forze sostenute dall'Iran". Nell’area la tensione è altissima dopo l'attacco, avvenuto cinque giorni fa e nel quale hanno perso la vita due membri dell'equipaggio, alla petroliera israeliana Mercer Street con l'aiuto di un drone: attacco che Stati Uniti, Regno Unito e Israele hanno attribuito all’Iran, ma che Teheran nega. In quel tratto di mare super sorvegliato passa un quinto del petrolio che viaggia in tutto il mondo.

Il sequestro della panamense Asphalt Princess

Già nel pomeriggio l’Ukmto aveva diramato un avviso per le navi che transitano in quella zona a usare la massima cautela. Almeno sei petroliere nelle scorse  ore hanno avvertito di essere "senza comando", uno status che indica che la nave non può manovrare a causa di circostanze eccezionali, al largo della costa emiratina di Fujairah. Tra di loro c’era anche la panamense Asphalt Princess, che sarebbe stata dirottata a 60 miglia dalla costa di Fujairah, negli Emirati Arabi: un gruppo di uomini armati avrebbe preso in ostaggio l'equipaggio. Un "potenziale atto di pirateria", ha fatto sapere la Marina Gb. Non è ancora chiaro cosa sia accaduto alle altre cinque imbarcazioni.

Altre navi in difficoltà

Secondo i media israeliani, tra le navi in difficoltà ci sarebbe la Golden Brilliant, battente bandiera di Singapore, che sarebbe stata colpita da una mina patella. Katie McQue, corrispondente da Dubai del Washington Post, ha riferito che - secondo quanto comunicato da un ufficiale a bordo - la nave non sarebbe stata danneggiata ma avrebbe visto un drone volare a bassa quota nei suoi pressi. Poi, comunque, l’imbarcazione si sarebbe rimessa in movimento, così come la vietnamita Abyss e la Queen Ematha, battente bandiera della Guyana. Tra le petroliere che nelle scorse ore avevano segnalato problemi, risultano ancora "senza comando" l'indiana Jag Pooja e la Kamdhenu, battente bandiera delle Isole Cook: in mancanza di ulteriori informazioni, non è possibile escludere che abbiano incontrato semplici problemi tecnici.

L’Iran nega coinvolgimenti

Anche questa volta l’Iran nega coinvolgimenti. Nessuna delle petroliere che ha comunicato problemi risulta legata a interessi israeliani o britannici: la Mercer Street, invece, è gestita da Eyal Ofer, miliardario israeliano con sede operativa a Londra, attraverso la società monegasca Zodiac Maritime. Un aereo delle forze  armate dell'Oman sta monitorando l'area a bassa quota. I Guardiani della Rivoluzione hanno bollato le accuse come un tentativo di creare un pretesto per "azioni ostili" contro l'Iran. Un portavoce del ministero degli Esteri di Teheran ha riferito "sospetto" l'accavallarsi di tanti incidenti in poco tempo e ha ribadito la disponibilità dell'Iran alla cooperazione. "Le forze navali iraniane sono pronte all'assistenza e al salvataggio nella regione" del Golfo, ha assicurato il portavoce. Il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha avvertito che lo Stato Ebraico è pronto ad "agire da solo" per contrastare le aggressioni del suo grande  avversario.

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