La ministra parla a Radio 1 esprimendo tutta la sua preoccupazione per la ripresa rallentata delle lezioni in presenza alle superiori. "Capisco i ragazzi, oggi c'è un black out della socialità". E sulla maturità afferma: "Aspettiamo i consigli dei giovani"
"È difficile per gli studenti comprendere perché non rientrano a scuola, capisco le loro frustrazione: la scuola è un diritto costituzionale se a me avessero tolto la scuola non sarei probabilmente qui". Mentre la scuola riparte a rilento, con la ripresa delle lezioni in presenza per le superiori solo in tre regioni e solo al 50%, la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina esprime tutta la sua preoccupazione in un'intervista a 'Tutti in classe' su Radio Rai 1. "Nelle regioni a fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici, i ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Sono molto preoccupata, oggi la dad non può più funzionare, c'è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati e sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica".
"Ragazzi arrabbiati, li capisco"
Il disagio dei giovani studenti è al centro delle preoccupazioni della ministra: "Capisco i ragazzi: il diritto all'istruzione è essenziale, sarei anch'io arrabbiata. Io ho il dovere di dire loro che il governo ha fatto tutto quello che doveva per il rientro a scuola. A maggio 2020 i medici mi scrivevano per chiedere di lasciare chiusa la scuola e così è stato, oggi ricevo lettere di tanti medici che mi chiedono di aprire le scuole: vedono le difficoltà dei loro figli. Ieri sera ho ricevuto la lettera di un anestesista", ha raccontato. Per quanto riguarda il prossimo esame di maturità, Azzolina ha aggiunto: "Abbiamo chiesto agli studenti di farci delle proposte: lo scorso anno ci hanno presentato proposte ragionevoli; una decisione la prenderemo a breve, i ragazzi a causa dell'incertezza assoluta per le date che slittano come la tela di Penelope, hanno bisogno di avere certezze che il ministero deve dare".