È il progetto benefico di un ragazzo genovese che, in collaborazione con una Onlus marchigiana, camminerà da Padova ad Assisi a testimonianza di coloro che ogni giorno si confrontano con questa disabilità. Un cammino che unisce Sant'Antonio e San Francesco
Oltre 600 chilometri a piedi, da Padova ad Assisi, a sostegno delle famiglie di bambini e ragazzi affetti da autismo. È il viaggio di Massimo Pedersoli, 34enne di Genova, che il prossimo 5 ottobre partirà, zaino in spalla, per un lungo cammino di beneficenza a sostegno di Omphalos autismo e famiglie Odv, organizzazione di volontariato con sede a Fano, nelle Marche, impegnata a sostegno delle persone colpite dal disturbo dello spettro autistico e delle loro famiglie.
Massimo, che già lo scorso inverno aveva intrapreso un cammino da Genova a Lisbona in nome dei bambini di Chernobyl, interrotto a pochi chilometri dalla destinazione a causa del lockdown (AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - LA MAPPA), documenterà il suo viaggio sulle pagine Facebook e Instagram Walking for Charity. Ci racconta la sua “impresa”.
Come è nata l’idea di coniugare la passione per il cammino e la solidarietà?
Circa un anno fa ho scelto di cambiare vita: complice la crisi economica, ho lasciato un lavoro che svolgevo da anni e che iniziava a starmi stretto, sentendo il bisogno di dedicarmi a qualcosa di diverso. Intanto avevo scoperto la passione per i viaggi a piedi, il mio primo Camino di Santiago risale al 2016 e ad esso ne sono seguiti altri: il cammino a piedi per me ha rappresentato un percorso di trasformazione personale, mi ha portato a vedere la vita in modo diverso e a rimettere in ordine le priorità, così ho pensato che questo tipo di esperienza avrebbe potuto rappresentare una possibilità anche per altri.
Qual è l’obiettivo di Walking for Autism?
L’obiettivo primario è la divulgazione: l’autismo è una malattia diffusa ma ancora misteriosa. Troppo spesso coloro che non ne sono toccati da vicino volgono lo sguardo altrove, non sono informati e non si impegnano a scoprire di più: Walking for Autism è un’occasione per fare conoscere la patologia e le storie delle persone che fanno i conti con essa ogni giorno.
Inoltre Walking for Autism sostiene un progetto di fundraising...
Con questo cammino ho deciso di supportare l'associazione Omphalos autismo e famiglie Odv di Fano e il loro progetto Marche in blu, diventando fundraiser con l'iniziativa Walking for Autism sul portale Rete del Dono, riservato proprio alle iniziative delle organizzazioni no profit. Chiunque può dare un aiuto! Lo scopo di Marche in blu è allestire in tutta la regione specifici laboratori ABA, permettendo alle famiglie di bambini e ragazzi con autismo di fruire del costoso intervento educativo specializzato, sostenendo solo un modesto contributo.
Da Padova a Assisi: perché proprio questo percorso?
Il viaggio è lungo e impegnativo, più di 600 km per 30 giorni di percorrenza, con quasi 18 mila metri di dislivello positivo attraverso quattro regioni: Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria. Ho scelto di unire i cammini di Sant’Antonio e San Francesco per un motivo simbolico: quando ho visitato la zona, anni fa, sono rimasto colpito dai paesaggi della zona, con quei colli quasi incantati, un’atmosfera che mi ha ricordato quegli stessi mondi in cui vivono i ragazzi autistici.
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A dicembre 2019 sono partito da Genova, mia città natale, con destinazione Lisbona: un viaggio di circa tre mesi attraverso Italia, Francia, Spagna e Portogallo, che si è interrotto a poca distanza dalla destinazione a causa della pandemia, che mi ha reso impossibile proseguire. Allora portavo con me in giro per l’Europa la storia dei bambini di Chernobyl e il loro bisogno di aiuto, ancora oggi; ero rimasto colpito dal loro dramma dopo una visita a Pripyat e Chernobyl, che ha fatto da scenario al disastro nucleare del 26 aprile 1986. Questa volta intendo portare a termine il mio cammino, che prenderà il via il 5 ottobre da Padova.
Dopo il Covid19, come è viaggiare a piedi?
L’incontro con le persone, il momento più bello del cammino, cambia. Molti hanno paura, oggi è più difficoltoso prenotare gli ostelli, tanti non hanno ancora riaperto e c’è carenza di posti.
Uno degli incontri più curiosi che hai fatto?
Si incontrano persone variegate. L’ultimo incontro importante risale a settembre, quando ho intrapreso il cammino più breve mai fatto, appena tre giorni, lungo la Via Francigena da Vercelli a Pavia. In questa occasione ho incontrato Alessio, ragazzo affetto da fibrosi cistica conosciuto qualche tempo prima lungo il Camino di Santiago. Mi ha colpito per il suo grande entusiasmo.
Progetti per il futuro?
Non voglio svelare troppo al momento, ma proprio insieme ad Alessio stiamo immaginando un viaggio in bicicletta lungo 5.000 km, a sostegno di una causa importante. Il progetto è molto ambizioso ma ci stiamo lavorando.