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Batterio in ospedale a Verona, Citrobacter annidato nel rubinetto

Cronaca

Prime risposte dalla relazione della commissione esterna incaricata dalla Regione. Il batterio sarebbe stato la causa della morte di almeno quattro neonati tra la fine del 2018 e quest'anno

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Sarebbe stato annidato in un rubinetto dell'acqua utilizzata dal personale della Terapia intensiva neonatale dell'Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento a Verona il Citrobacter, batterio che sarebbe stato la causa della morte di quattro bambini tra la fine del 2018 e quest'anno, e che ha indotto i responsabili sanitari alla sua chiusura (LE TESTIMONIANZE DELLA MAMME A .SKY TG24)

La relazione della commissione esterna

 

E' questa la conclusione a cui è giunta la relazione di una delle due commissioni nominate dalla Regione Veneto, e di cui un'anticipazione è stata pubblicata oggi dal Corriere del Veneto. Si tratta della cosiddetta "commissione esterna", coordinata da Vincenzo Baldo, ordinario di Igiene e Sanità pubblica all'Università  di Padova. Un'altra relazione, che sarà consegnata alla Prociura della repubblica di Verona, è composta da membri interni all'amministrazione regionale.

 

Riaperto oggi il reparto di Ostetricia

 

Secondo le conclusioni della commissione esterna, il Citrobacter avrebbe colonizzato il rubinetto probabilmente a causa di un mancato o parziale rispetto delle misure d'igiene; un altro errore potrebbe essere stato di ricorrere all'acqua del rubinetto e non ad acqua sterile. I primi controlli da parte dei vertici dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Verona erano stati avviati a gennaio poi erano stati interrotti a causa dell'emergenza Coronavirus. L'intero reparto di Ostetricia - Punto nascite, Terapia intensiva neonatale e Terapia intensiva pediatrica - è stato riaperto oggi, dopo che il 12 giugno scorso il direttore generale dell'Aou veronese, Francesco Cobello, ne aveva disposto la chiusura, procedendo alla totale sanificazione degli spazi.

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