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Caserma Piacenza, il maresciallo Marco Orlando: "In 30 anni mai una sanzione"

Cronaca
©Ansa

L'uomo, nell'interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di non rispondere. "Non mi sento di dire nulla, potete immaginare umanamente come ci senta", ha detto uscendo dal tribunale. È accusato da una trans brasiliana che sostiene di essere stata minacciata e picchiata: "Eravamo obbligate a fare sesso con il maresciallo e gli altri". Si è intanto concluso il sopralluogo del procuratore capo di Piacenza nella caserma Levante: "Momento investigativo importante"

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Il maresciallo Marco Orlando, il comandante della stazione Levante di Piacenza al centro dell'inchiesta sui carabinieri, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al Gip,  nell'interrogatorio di garanzia. "In 30 anni non ho mai avuto una sanzione disciplinare, come pensate si possa stare?", ha detto ai giornalisti all'uscita del tribunale. 

Orlando: "Non mi sento di dire nulla"

 "In questa fase abbiamo preferito non rispondere, valuteremo se essere sentiti più avanti", ha precisato il legale di Orlando. "Non mi sento di dire nulla, potete immaginare umanamente come ci senta. Dopo 30 anni di onorata carriera secondo voi come si può stare? Non ho mai avuto una sanzione disciplinare in 30 anni, le mie note caratteristiche sono eccellenti quindi sapete come posso stare", ha spiegato il maresciallo.

Procuratore capo Piacenza: "Momento investigativo importante"

Orlando è statto accusato da una trans che ha raccontato che l'uomo l’avrebbe minacciata: "Mi diceva 'se non collabori ti rimando in Brasile'". Sarebbe stata obbligata a fare sesso in caserma e l’avrebbero anche picchiata. Si è intanto concluso il sopralluogo del procuratore capo di Piacenza Grazia Pradella nella caserma Levante. "È un momento investigativo importante, non posso rilasciare dichiarazioni", si è limitata a dire lasciando la struttura, insieme al sostituto procuratore Antonio Colonna, titolare delle indagini dell'operazione "Odysseus".

Le accuse di minacce e violenze

"Se non collabori ti fotto", "Se non collabori ti rispedisco in Brasile", "Se non collabori in un modo o nell'altro ti frego", "Se non collabori ti faccio cacciare dall'Italia, tanto non hai neanche il passaporto". Queste le parole che una trans brasiliana ha riportato, accusando di minacce e violenza il maresciallo Orlando. La collaborazione a cui si faceva riferimento era riferita a un rapporto sessuale. E avrebbe raccontato anche di un’altra trans, chiamata Nikita: "Quando venivano a casa di Nikita facevamo i festini. Orlando pagava le prestazioni sessuali con la cocaina. Un altro carabiniere piccolino è venuto a casa mia con il mio fascicolo in mano e mi ha chiesto sesso gratis".

"Obbligate a fare sesso con il maresciallo e con altri"

La trans aggiunge che quei festini si svolgevano anche in caserma: "C'era droga a go go, eravamo obbligate a fare sesso con il maresciallo e gli altri". E una notte l'avrebbero anche picchiata, erano in due: "Una sera mi hanno beccato in strada, volevano rompermi le scatole. Mi hanno portato ore in giro per i campi a cercare gli spacciatori e poi siamo finiti in caserma. Mi hanno chiusa dentro io ad un certo punto ho risposto in maniera aggressiva perché non avevo fatto nulla e mi tenevano là. Allora uno di loro mi ha dato una spinta e mi ha fatto cadere per terra".

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I chiarimenti sulle azioni della squadra

Ma oltre a questo, da chiarire è anche il ruolo del maresciallo in ciò che accadeva all’interno della caserma. Perché l’appuntato Giuseppe Montella ha confermato al gip che non ha mai tenuto all'oscuro il suo comandante degli arresti. 

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