Piacenza, giovane carabiniere al telefono: “Tutto è tollerato, non so come comportarmi”

Cronaca
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Un maresciallo, considerato dal giudice estraneo agli illeciti commessi nella caserma Levante, raccontava al padre di “un ambiente in cui vengono costantemente calpestati i doveri delle forze dell’ordine”. Nelle carte il magistrato lo descrive a disagio “nel constatare le continue violazioni e gli abusi commessi” e riporta che i colleghi lo tenevano a debita distanza

“Un ambiente in cui vengono costantemente calpestati i doveri delle forze dell’ordine, dove tutto è tollerato a condizione che vengano garantiti i risultati in termini di arresti. Non so come comportarmi”. È questa la descrizione che un giovane carabiniere faceva, al telefono con il padre, di quanto succedeva alla caserma Levante di Piacenza, sequestrata e finita nella bufera per l’arresto di alcuni carabinieri accusati, tra le varie cose, di lesioni, sequestro di persona e tortura. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, che cita le conversazioni tra il maresciallo e il padre - un carabiniere in pensione - intercettate dalla magistratura, dalle carte dell’indagine non emerge alcun coinvolgimento del giovane negli illeciti commessi dai colleghi.

I colleghi lo tenevano a distanza

Il giovane, si apprende, è l’ultimo arrivato alla caserma, i colleghi lo descrivono come una persona “dall’atteggiamento solitario, che non fa gruppo” e lo tengono a distanza. Con il padre, il maresciallo parla del non rispetto delle regole nella caserma e secondo il magistrato manifesta “una scarsa propensione a seguire i colleghi dovuta al suo forte disagio nel constatare le continue violazioni e gli abusi commessi all’interno della caserma di via Caccialupi”. Dal quadro che emerge, il giovane era tenuto ai margini dai colleghi, e di fronte a una sua confidenza uno di loro gli dice: “Sei appena uscito alla scuola, imparerai le cose”.

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“Lascio un po’ passare così, anche passivamente”

Il padre, dal canto suo, cerca di tranquillizzarlo ma senza spingerlo a denunciare, e lo invita a parlarne di persona: “Non so cosa intendi tu e quando verrai ne parleremo di persona, mi farai capire meglio. È meglio che parlare al telefono... che qua siamo tutti spiati ed è tutto un casino quando uno deve dire una cosa”. L’uomo, sintetizza il giudice, spiega al figlio che “tutto questo gli deve servire come bagaglio di esperienza e aggiunge che di ‘cose storte’ ne vedrà tante nei piccoli reparti e pertanto gli consiglia, una volta fatta la sua esperienza decennale, di continuare la sua carriera in reparti dove può stare tranquillo”. E il maresciallo replica: “Cioè, capito? Quindi lascio un po’ passare così, anche passivamente”.

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Si precisa che nelle riprese relative alla caserma dei carabinieri sequestrata sono visibili anche alcune immagini della sede del Gruppo Carabinieri Forestale di Piacenza e della Stazione dipendente, reparti questi del tutto estranei alle indagini e ripresi dalle telecamere solo perché situati a fianco della caserma oggetto dell’inchiesta

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