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Coronavirus, rivolta nelle carceri: 12 detenuti morti. Oggi Bonafede riferisce alle Camere

Cronaca

Un primo bilancio delle sommosse avvenute in 27 istituti parla di 19 evasi, 41 agenti feriti e danni alle strutture per 35 milioni di euro. Aperti ieri i primi fascicoli d’indagine tra Milano, Trani e Bologna

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A seguito delle proteste scoppiate in 27 carceri italiane dopo le misure adottate nell'ambito dell'emergenza coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI), un primo bilancio registra 12 detenuti morti per overdose, 41 agenti feriti e 19 evasi da Foggia ancora in fuga. Ma anche 600 posti letto distrutti, danni alle strutture per almeno 35 milioni di euro e psicofarmaci sottratti per 150mila euro. Oggi il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede riferirà in Parlamento sulla questione, dopo aver accolto le pressioni dem per varare una task force che metta in campo rapidamente soluzioni tampone (SPOSTAMENTI LIMITATI: IL NUOVO DECRETO -  LO SPECIALE - LA DIRETTIVA DEL VIMINALE SUI CONTROLLI - ANTIVIRUS, L'ITALIA CHE RESISTE - LA SITUAZIONE IN ITALIA: GRAFICI E MAPPE - LA MAPPA ANIMATA DELLA DIFFUSIONE GLOBALE).

I primi fascicoli d’indagine

Intanto ieri sono stati aperti i primi fascicoli d’indagine sulle rivolte: Milano e Trani sono i primi uffici a occuparsene, insieme a Bologna. Dietro la sommossa che da sabato sera ha coinvolto 27 carceri - con interi reparti devastati, reclusi sui tetti, forze dell'ordine in stato d'assedio e ostaggi nelle mani dei rivoltosi - potrebbe esserci una regia comune: il tempismo coordinato, infatti, farebbe puntare gli occhi sulla criminalità organizzata. Per placare gli animi, sono state promesse le mascherine e autorizzate più telefonate via skype. Tanto che a Napoli, a Poggioreale, è stato consentito l'ingresso dei pacchi mandati dai parenti.

Il tema del sovraffollamento

In evidenza è tornato il tema del sovraffollamento delle carceri, con oltre 61.200 detenuti in Italia e istituti che ospitano almeno 10mila persone oltre la capienza regolamentare. E da Milano, una delle città più colpite dall’emergenza, arriva la decisione del Tribunale di Sorveglianza di attivarsi subito per "liberare" le carceri "il più possibile". Per l'avanzata del Coronavirus e visto il sovraffollamento, sono state avviate "intese con il Sert per potenziare gli affidamenti terapeutici e per potenziare le misure alternative anche con un tavolo che si è costituito con le direzioni delle carceri, il Provveditorato regionale e Regione Lombardia", ha spiegato Giovanna Di Rosa, presidente del Tribunale di Sorveglianza del capoluogo lombardo.