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Coronavirus, il primario di Codogno: "Momento decisivo, bisogna rallentare il contagio"

Cronaca

Stefano Paglia, che guida le strutture della città focolaio e di Lodi, ha parlato della situazione nella zona rossa: "Monitoriamo minuto per minuto i nuovi contagi. Ci aspettano due giorni con il fiato sospeso per capire se qui la grande ondata dell'epidemia è passata"

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Due giorni ancora con "il fiato sospeso" per capire se "la grande ondata dell'epidemia di Coronavirus è passata e quando arriverà nel resto della Lombardia". (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI) Sono queste le parole di Stefano Paglia, primario del pronto soccorso di Codogno e di Lodi, a Repubblica. (OMS: NON È ANCORA PANDEMIA - LO SPECIALE - TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE - LA DIFFUSIONE GLOBALE IN UNA MAPPA ANIMATA - IL VIROLOGO: "LIMITARE I CONTATTI SOCIALI" - IL GARANTE: "STOP AGLI SCIOPERI DEL 9 MARZO") E da Codogno parla anche il sindaco Francesco Passerini, intervistato a Sky tg24: “Stiamo assolutamente rispettando le direttive del governo, ma dall’altra parte ci sono 3400 attività bloccate da 15 giorni, piccole imprese che se non riusciranno ad avere un sostegno rischiano che non ci sarà mai una riapertura”.

"Rallentare il contagio per salvare Milano, Bergamo e Brescia"

Dopo aver parlato del cosiddetto "paziente 1", definendo “eroe” l’anestesista che – forzando il protocollo – ha fatto fare il tampone specifico per il Coronavirus, il primario detta le priorità in questo momento di piena emergenza: “Rallentare il contagio per salvare Milano, le grandi città della Lombardia e il resto del Nord Italia". Infatti, sottolinea, "se a Milano, Bergamo e Brescia la percentuale di positivi nei prossimi giorni raggiungerà quella del Basso Lodigiano e ora della Bergamasca, l'organizzazione sanitaria finirebbe sotto forte stress. Per fortuna chi deve sapere, lo sa".

"Nessuna previsione, adesso forse c’è fase più drammatica"

Alla domanda su una previsione circa una possibile tregua del Coronavirus, il dottor Paglia risponde in maniera netta: "Non posso fare previsioni. Dobbiamo assolutamente rallentare il contagio e continuare a riorganizzarci per aumentare gli spazi riservati, a vari livelli, al Covid-19". Poi aggiunge: "La fase più assurda forse è passata, ma davanti potremmo misurarci con quella più drammatica. Lavorando con la testa però dimostreremo che la scienza guarisce". Lo stesso primario, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha sottolineato come sia partita un’importante collaborazione tra i medici lombardi e quelli di Wuhan: "Stiamo per confrontare le nostre osservazioni con i colleghi cinesi e le metteremo a disposizione della comunità scientifica non appena fatte le dovute verifiche".