Coinvolto nell'inchiesta anche Maurizio Gentile. "Gli indagati sono dipendenti della società che gestisce la rete ferroviaria e di quella che risulta aver prodotto il pezzo all'apparenza difettoso" spiega il procuratore. Nell'incidente sono morti i 2 macchinisti
"Nell'ambito dell'inchiesta abbiamo altri indagati". Lo ha detto stasera il procuratore della Repubblica di Lodi in riferimento all'incidente del Frecciarossa 1000 che il 6 febbraio scorso è deragliato a Ospedaletto Lodigiano provocando la morte di due macchinisti e il ferimento di altre 31 persone (FOTO E VIDEO DALL'ALTO - LE VITTIME). Tra i 12 nuovi indagati c'è anche l'ad di Rfi, Maurizio Gentile, già sotto inchiesta anche per l'incidente ferroviario di Pioltello.
I nuovi indagati avranno la possibilità di partecipare ai prossimi accertamenti irripetibili che sono previsti per il fine settimana. Le indagini tengono conto anche degli organigrammi funzionali delle due società coinvolte, Rfi e Alstom Ferroviaria.
Il numero degli indagati sale così a 18 dopo i 5 addetti alla manutenzione di Rfi, l'ad di Alstom Ferroviaria Michele Viale e l'azienda Rfi per l'ipotesi di responsabilità amministrativa.
I nuovi indagati
"Gli indagati sono in parte dipendenti della società che gestisce la rete ferroviaria e in parte di quella che risulta aver prodotto il pezzo risultato, all'apparenza, difettoso" ha spiegato il procuratore della Repubblica Domenico Chiaro. I nuovi indagati sono in realtà 12, ed è ora nel registro degli indagati anche l'azienda Alstom e non solo l'ad, ovvero la società che ha prodotto l'attuatore numero 5, quello avrebbe fatto deragliare il convoglio. A oggi, quindi, per il deragliamento del treno risultano indagate 18 persone e 2 società.
"Le nuove iscrizioni - ha detto Chiaro - sono conseguenza degli accertamenti svolti, a ritmo serrato, negli ultimi giorni con grande impegno di questa procura e dei rispettivi consulenti di parte di tutte le persone nei confronti delle quali sono allo stato ipotizzabili eventuali responsabilità".
Rfi conferma la fiducia nell'operato della magistratura
Rete Ferroviaria Italiana prende atto dell’evoluzione delle indagini sull’incidente di Ospedaletto Lodigiano, comprendendo la necessità della notifica di ulteriori avvisi di garanzia come atto dovuto per consentire la più ampia partecipazione agli accertamenti irripetibili che si svolgeranno nei prossimi giorni.
Oggi la rete ferroviaria italiana è tra le reti più sicure in Europa, grazie anche all’articolato sistema di gestione della sicurezza.
RFI conferma piena collaborazione e fiducia nell’operato degli inquirenti.
Accertamenti sul posto continueranno fino a domenica al massimo
Dopo il primo sopralluogo dei consulenti del 12 febbraio scorso, gli accertamenti sul posto erano stati sospesi per ragioni di sicurezza connesse alle operazioni di rimozione del convoglio e al ripristino dei luoghi oggetto del dissequestro parziale. "Gli accertamenti dei consulenti incaricati - ha spiegato il procuratore - continueranno, salvo imprevisti di natura tecnica, fino al massimo domenica, in modo tale da rendere possibile, già in serata, il dissequestro totale dell'area e la conseguente piena ripresa della circolazione ferroviaria. Ciò consentirà di far cessare il gravoso impegno della polizia ferroviaria che sta garantendo la sorveglianza a vista del punto zero dell'incidente".
Così la Procura di Lodi, ha detto Chiaro, "ritiene di aver coniugato nel miglior modo possibile le esigenze di celerità connesse all'utilizzo dell'infrastruttura di importanza vitale per il Paese con quelle imposte dalle esigenze di un puntuale accertamento delle responsabilità che sia anche rispettoso delle garanzie difensive". Alstom, nei giorni scorsi, aveva sottolineato che "l'installazione e la manutenzione degli scambi viene effettuata dal cliente finale", mentre Rfi ha più volte confermato "di essere in fiduciosa attesa dell'esito delle indagini".