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Tafida Raqeeb lascia il reparto di rianimazione del Gaslini. La mamma: “Giornata speciale”

Cronaca

La piccola, in coma dopo un aneurisma, era stata trasferita nell’ospedale genovese lo scorso 15 ottobre dopo che il Royal London Hospital aveva disposto l’interruzione delle cure. I medici italiani: “Non è una battaglia tra sistemi diversi”

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Tafida Raqeeb, la bambina britannica di 5 anni trasferita il 15 ottobre scorso all’ospedale Gaslini di Genova da Londra, dove il Royal London Hospital aveva chiesto l’interruzione del supporto alle funzioni vitali, è uscita dal reparto di rianimazione e sarà trasferita in un hospice. Lì sarà sottoposta a cure riabilitative e allo svezzamento parziale della ventilazione assistita. Shelina Begum, la madre della piccola ha ringraziato i medici della struttura pediatrica definendo quello di oggi come un “giorno estremamente speciale”. Il responsabile del centro di rianimazione neonatale e pediatrica del Gaslini, Andrea Moscatelli, ha detto che la bimba “inizia a poter stare mezz’ora o un'ora staccata dal ventilatore”.

La mamma: “I medici inglesi avevano sbagliato”

“L’opinione dei medici inglesi espressa di fronte all’Alta corte di Londra e la prognosi che era stata fatta si sono dimostrate sbagliate e la prova è la stessa Tafida”, ha commentato Begum in una breve conferenza stampa convocata per l’occasione. La bambina era arrivata in Italia dopo che Alistair MacDonald, giudice dell’Alta corte britannica, aveva dato ragione a Shelina Begum e al marito Mohammed Raqeeb che avevano fatto ricorso contro la decisione del Royal London Hospital di interrompere le cure alla figlia, cominciando una battaglia per poter tenere in vita la piccola. Il 3 ottobre era stato quindi disposto il trasferimento in Italia, avvenuto con un aereo-ambulanza il successivo 15 ottobre. Nel reparto di rianimazione pediatrica del Gaslini le erano state somministrate le prime cure, con l’obiettivo dichiarato dai medici italiani di supportarne le funzioni vitali per poi rendere possibile la cura a casa della bambina da parte dei genitori.

L’ospedale: “Non è una battaglia tra sistemi diversi"

Dal punto di vista della coscienza, il responsabile del centro di rianimazione neonatale e pediatrica del Gaslini ha detto che “la bimba è sostanzialmente stabile, ma è estremamente difficile capire quale sia il suo grado di partecipazione all’ambiente. Nel dubbio ci si deve sempre comportare come se la partecipazione fosse maggiore di quella che noi riusciamo a percepire”. L’obiettivo adesso, ha aggiunto Moscatelli, è quello di “prendere tempo” e di “consolidare” la capacità della piccola di respirare autonomamente. Tuttavia il medico ha frenato le critiche rivolte ai colleghi britannici: “Non possiamo parlare in termini assoluti di una prognosi non corretta - ha spiegato -. Si è dimostrato che il nostro piano di cura era quello più corretto per la bambina, non perché lo abbiamo detto noi ma perché c’è stata una valutazione collegiale in cui anche l’opinione dei medici inglesi ha avuto la sua importanza. Non è una battaglia tra sistemi differenti ma un’integrazione, e il giudice ha capito come integrare al meglio diversi approcci”.