La donna, in un’intervista a Repubblica, ha commentato gli insulti ricevuti: “Non ho nulla da dire. Sono loro a dovermi spiegare come si fa a trasformarsi in persone così”
“Non sono una scimmia, sono una mamma”. Con queste parole Alima, la madre della bambina morta in ospedale a Sondrio il 14 dicembre, ha commentato, in un’intervista a La Repubblica gli insulti che avrebbe ricevuto da alcune persone nel nosocomio. “Se mentre mia figlia moriva qualcuno mi ha insultata perché sono nata in Nigeria, non ho nulla da dire - ha proseguito la donna - Sono loro casomai a dovermi spiegare come si fa a trasformarsi in persone così”.
“Mia figlia era il regalo del cielo”
Alima racconta che “Mistura era il regalo del cielo per essere riuscita a scappare dalla fame, la speranza di una vita più umana”. La donna ha aggiunto di non aver sentito le frasi razziste che le sono state rivolte nell’ospedale e ha ringraziato la maestra elementare e consigliera comunale Francesca Gugiatti che ha denunciato la vicenda: è “l’unica a essersi sentita umiliata e offesa dalla mancanza di pietà”.
La morte della bambina
Il 14 dicembre, nell’ospedale di Sondrio, la figlia di Alima, di soli 5 mesi, ha smesso di respirare. Le urla della donna, disperata per la morte della bimba, avrebbero infastidito alcune persone. I presenti nella sala d’attesa, infatti, hanno iniziato a insultare la madre, definendola una “scimmia”.