Elder e Hjorth sapevano che i due uomini che li avevano fermati erano carabinieri. A dimostrarlo sarebbe un’intercettazione ambientale in carcere che risale al 2 agosto scorso
Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth, i due ragazzi americani in carcere per la morte del carabiniere Mario Cerciello Rega, sapevano che i due uomini che li avevano fermati erano carabinieri. A dimostrarlo sarebbe un’intercettazione ambientale in carcere che risale al 2 agosto, nella quale Finnegan, parlando con il padre e il suo avvocato, ammetterebbe di aver visto due carabinieri, che avrebbero mostrato loro i distintivi. In questo modo verrebbe sconfessata la versione sostenuta finora dai due indagati di un’aggressione compiuta da due sconosciuti e allo stesso modo quella della reazione dei due americani, motivata dalla legittima difesa. Se Cerciello Rega e il suo collega Andrea Varriale hanno mostrato il distintivo, allora Lee Helder e Hjorth erano consapevoli che quei due uomini fossero carabinieri, quando li hanno aggrediti la notte del 26 luglio, nel quartiere Prati a Roma.
La Procura di Roma ha chiesto il giudizio immediato per i due indagati
Lee Elder, secondo il racconto del padre, sarebbe stato attaccato e picchiato e quindi trascinato in terra e solo a quel punto avrebbe estratto il coltello e colpito due volte alla gamba il suo presunto assalitore. In realtà le coltellate che hanno ucciso Cerciello Rega sono state undici. Pochi giorni fa la Procura di Roma ha chiesto il giudizio immediato per i due americani, contestando loro - oltre all’omicidio - anche i reati di tentata estorsione, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.