Nel libro “Il cervello è più grande del cielo” il neurochirurgo affronta anche il tema dell’Intelligenza Artificiale
Quasi 100 miliardi di neuroni, più di 150mila miliardi di sinapsi e gli assoni, una sorta di “superstrada”, lunghe fibre di connessione tra le cellule, che coprono una lunghezza totale di 160mila chilometri, più di un terzo della distanza dalla Terra alla Luna. È il cervello. Ed è più grande del cielo, come racconta nel suo ultimo libro il professor Giulio Maira, neurochirurgo all’Istituto Humanitas di Milano e un amore sconfinato per l’organo a cui ha dedicato una vita.
Una macchina perfetta
È un viaggio tra sogni, emozioni, memoria e intelligenza, anche quella artificiale. “Bisogna però - dice il professor Maira - decidere da ora fin dove vogliamo arrivare con le macchine, perché c’è anche un problema etico”. 304 pagine in cui Giulio Maira spiega in modo appassionante quanto sia complesso e prezioso il funzionamento del cervello e perché tutto ciò con cui entriamo in contatto ogni giorno – dal cellulare al computer, dai ricordi alle emozioni, dalla tv al senso del bello – non potrebbe esistere senza quella macchina perfetta che abbiamo in testa: una massa di atomi forgiati miliardi di anni fa nel cuore di stelle lontane che ci fa affermare che siamo tutti letteralmente “figli delle stelle”.
Il cervello e l’usura del tempo
“Il cervello è più grande del cielo” è un viaggio che ci fa scoprire che l’organo più importante e anche più articolato dell’universo non smette di imparare per tutta la vita grazie alla plasticità, anche se con l'età molti neuroni si perdono. “È vero", dice il prof. Maira, "ma esiste il fenomeno della sostituzione sensoriale. Quella che, ad esempio, ha portato Beethoven a continuare a scrivere musica nonostante la perdita dell'udito, o lo scrittore Andrea Camilleri, con la cecità, a un'esasperazione degli altri sensi e un fiorire incredibile di creatività e memoria".