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Seggiolini anti abbandono in auto, la legge c’è ma l’obbligo slitta all'autunno

Cronaca
(Foto archivio Fotogramma)

Un tortuoso iter e un'altra estate senza una norma definita per il problema dei bambini dimenticati nelle auto. L'attuazione era prevista entro il mese di luglio, ma si dovrà aspettare almeno fino a novembre. Ecco perché il dispositivo non è ancora obbligatorio

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Passerà un’altra estate senza l’obbligo effettivo dei seggiolini per bambini dotati di sensori anti-abbandono. La legge che prevede l’installazione del dispositivo che impedisce di dimenticare i bimbi in auto risale al 2018 e riguarda chiunque risieda in Italia e trasporti minori fino a 4 anni, ma ancora non risulta operativa e l'obbligo che doveva scattare l'1 luglio è slittato al prossimo autunno.

La legge dell’ottobre 2018

La legge 117/2018 era stata approvata molto rapidamente dal Parlamento già a ottobre dell’anno scorso e nel testo era prevista l’effettività "decorsi centoventi giorni dalla data di entrata in vigore del decreto […] e comunque a decorrere dal primo luglio 2019". Tuttavia era stata rimandata a un decreto attuativo del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la definizione delle caratteristiche tecniche dei dispositivi obbligatori. Sostanzialmente un’integrazione alla legge per spiegare precisamente il tipo di strumento che si deve avere in auto.

Il decreto attuativo e il parere del Tris

Il decreto attuativo è arrivato soltanto il 21 gennaio di quest’anno, ma anche questo passaggio non è bastato a completare l’attuazione della legge. Come previsto in questi casi, il testo deve essere inviato al Tris, il sistema di informazione sulle regolamentazioni tecniche dell’Unione europea, per essere approvato come conforme alla normativa. L’ufficio deve stabilire che non ci siano contraddizioni con altre leggi. Un procedimento che richiede del tempo, in cui di fatto la legge resta sospesa, e che ha fatto slittare il termine al 22 luglio.

Bisognerà aspettare l’autunno

Ma anche il 22 luglio ha aperto un ulteriore iter, perché dopo la definitiva approvazione del Consiglio di Stato, che ha recepito anche il decreto approvato dall’Unione, devono passare altri 120 giorni prima dell’entrata in vigore delle disposizioni. Risultato: l’obbligo vero e proprio non si avrà prima del 19 novembre 2019.

Le sanzioni previste

Il ritardo non è da sottovalutare, soprattutto perché si tratta di un’emergenza prettamente estiva. Proprio nei mesi più caldi, infatti, si concentrano i casi di bambini che possono andare in ipertermia in 20 minuti e morire in meno di due ore. Le sanzioni previste, ma non ancora applicabili, vanno da 83 euro a 323 euro, con decurtazione di 5 punti dalla patente e, in caso di recidiva nei due anni dalla prima infrazione, scatta la sospensione della patente da 15 giorni a 2 mesi.