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Savona, si costituisce l'uomo che ha ucciso l'ex moglie al karaoke

Cronaca

Domenico Massari si è presentato in carcere, confessando l’assassinio. Aveva con sè una pistola, probabilmente quella usata nella sparatoria. L’omicidio è avvenuto sabato e il movente è economico: l’uomo riteneva che la vittima avesse con lui un debito di 300mila euro

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È finita la fuga di Domenico "Mimmo" Massari, l’uomo che sabato sera ha ucciso a colpi di pistola l'ex moglie Deborah Ballesio, nei bagni-ristorante "Aquario", a Savona, durante una serata karaoke (IL VIDEO DELL'UOMO NEI MINUTI PRECEDENTI ALL'OMICIDIO). A quanto si apprende, Massari si è costituito spontaneamente nel carcere di Valle Armea, a Sanremo, sparando tre colpi in aria per attirare l’attenzione, poco dopo mezzanotte. Aveva con sé una pistola, probabilmente quella usata per uccidere l'ex. L'uomo si è consegnato alle forze dell'ordine, senza avvocato e senza opporre resistenza. Ora si trova in stato di fermo, in attesa dell'interrogatorio del pm. Il movente del delitto, come reso noto dalla polizia, sarebbe economico: l’uomo riteneva che la vittima avesse con lui un debito intorno ai 300mila euro.

Il movente

“Il femminicidio non è maturato per un motivo di gelosia, ma in un contesto di tipo economico”, hanno spiegato gli investigatori. “Quando Massari era sposato con la vittima aveva finanziato l’inizio di un’attività – il locale notturno “Follia” – e le aveva dato il denaro necessario per gli acquisti di un paio di auto e una moto. Per questo, lui riteneva di aver subito un danno intorno ai 300mila euro. Questa era la circostanza che lui non riusciva a sopportare”.

La sparatoria e la fuga

Massari, dopo aver ucciso la ex moglie di 39 anni, era fuggito. Nel corso della sparatoria, sono state ferite altre tre persone, tra cui una bambina colpita di striscio e subito dimessa dall'ospedale. Massari, meccanico disoccupato, a causa delle minacce alla moglie e per aver dato fuoco al suo locale era già stato incarcerato per due anni ed era uscito lo scorso anno, proprio dallo stesso carcere dove ora si trova.  "Vi conosco, sono stato qui!, ha infatti detto agli agenti che lo hanno ammanettato. Una volta portato nella struttura, l'uomo è stato perquisito: con sé, oltre alla pistola, aveva anche due coltelli.