In totale i detenuti nelle carceri italiane sono 60.439 e il tasso di sovraffollamento in alcuni istituti arriva a toccare il 150%. L’associazione nel suo rapporto rileva come la percentuale di persone in carcere in attesa di sentenza sia ancora molto alta
Continua a crescere il numero dei detenuti nelle carceri italiane: sono in tutto 60.439, ottomila in più rispetto a quattro anni fa. E questo nonostante non si registri un aumento degli ingressi né dei delitti commessi. In questa situazione, il tasso di sovraffollamento (il rapporto tra presenze e posti letto) sfiora il 120%, e in 42 istituti (uno su cinque) il 150%. Lo rileva il rapporto sulle condizioni di detenzione dell'associazione Antigone, quest'anno intitolato “Il carcere secondo la Costituzione”.
La questione del sovraffollamento
Nel rapporto si sottolinea come il trend di crescita riscontrato al momento, se continuerà, nel giro di due anni farà tornare i numeri dei detenuti pari a quelli del 2013, quando la Corte Europea dei diritti dell'uomo condannò l'Italia per violazione del divieto di trattamenti inumani o degradanti. Lo scorso anno, i volontari dell’associazione Antigone hanno visitato 85 carceri, riscontrando nel 18,8% dei casi celle in cui non viene rispettato il parametro dei 3 metri quadro di spazio per detenuto, soglia considerata dalla Corte di Strasburgo minima. Tra questi il carcere di Milano Opera ed entrambe le carceri di Napoli. A Poggioreale sono alloggiati 731 detenuti in più di quelli che l'istituto potrebbe contenere mentre nell'altro carcere cittadino, quello di Secondigliano, sono 418 i detenuti in soprannumero. A Roma, Rebibbia Nuovo Complesso ospita oltre 400 detenuti in più della sua capienza, a Regina Coeli lo scarto è di 381 unità, a Milano Opera di 387.
Aumentano i detenuti, diminuiscono i reati
La crescita dei detenuti corrisponde – “in modo schizofrenico”, si legge nel rapporto – a una diminuzione costante dei reati denunciati e del numero degli ingressi in carcere. Nel 2017 i reati sono calati del 2,32% rispetto all’anno precedente; nei primi nove mesi del 2018 si è registrato un ulteriore meno 8,3%; nei primi quattro mesi del 2019, c’è stato un calo del 15%."Non c'è un nesso tra indici di delittuosità, stato della criminalità e lunghezza delle pene", rileva Antigone, sottolineando come ci sia un ritorno a un “significato di pena racchiusa nello slogan ‘devono marcire in galera’”. Tanti sono i detenuti in attesa di sentenza: al 31 dicembre 2018, 19.565 detenuti, in pratica uno su tre (il 32,8% del totale) erano in carcere in attesa di condanna definitiva e questo dato sale al 38% se si guarda ai soli detenuti stranieri. Una percentuale di dieci punti superiore alla media europea (del 23%).
Chi sono i detenuti
Dei 60.439 detenuti nelle carceri italiane, 2.659 sono donne (il 4,4% del totale), di cui 51 madri con i loro 55 i bambini di età inferiore a 3 anni. Per quanto riguarda gli stranieri, negli ultimi anni sono diminuiti di oltre mille unità (dal dicembre 2017 a oggi sono calati dell0 0,67%). Se nel 2003, su ogni cento stranieri residenti regolarmente in Italia l'1,16% degli stessi finiva in carcere, oggi la percentuale è scesa allo 0,36% (considerando anche gli irregolari). In base a questi numeri l'associazione sottolinea nel rapporto che "non c'è un allarme stranieri detenuti". E che l'affollamento delle carceri nell'ultimo anno è principalmente dovuto agli italiani. Calano le presenze di rumeni (meno un terzo negli ultimi 10 anni) e la comunità filippina (a prevalenza femminile) ha un tasso di detenzione inferiore a quello degli italiani. Per cui, si osserva nel rapporto, "una ragionevole politica delle migrazioni, diretta a favorire la presenza di donne e a ricongiungere i nuclei familiari, produrrebbe effetti positivi sul tasso di criminalità e di detenzione".