Equinozio di primavera, quest’anno cade il 20 marzo
CronacaConvenzionalmente l’evento astronomico viene associato al 21 di marzo ma, in realtà, fino al 2102 cadrà il 20 o talvolta il 19 del mese
Il giorno in cui le ore di buio si equivalgono a quelle di luce segna la fine dell’inverno e l’inizio della bella stagione. Si tratta dell’equinozio di primavera (con le medesime caratteristiche, l’equinozio segna anche l’inizio dell’autunno, a settembre), che quest’anno cadrà il 20 marzo e non il 21. Il senso di questo fenomeno astronomico, che determina il passaggio tra le due stagioni, è insito nella parola "aequinoctium", che è composta dai due lemmi latini "aequus" e "nox", che significano per l’appunto "uguale" e "notte". Nel nostro emisfero, a partire dal 20 marzo, le ore di luce aumenteranno fino al solstizio d’estate, quando riprenderanno a calare fino a giungere all’equinozio successivo quello di autunno. Un fenomeno che si ripete in maniera opposta a sud dell’Equatore, ossia nell’emisfero australe, dove il 20 marzo segnerà l’inizio della stagione autunnale.
Il 20 non il 21
Per convenzione si tende a pensare che l’equinozio di primavera cada sempre il 21 marzo, invece, così come per l’altro equinozio e i due solstizi, le date possono subire delle leggere modifiche. Il motivo di questa variazione ha a che fare con la rivoluzione della Terra intorno al Sole e con il susseguirsi ogni 4 anni dell’anno bisestile. Corrispondendo l’equinozio al momento preciso in cui il Sole si trova allo zenit dell’equatore della Terra, è impossibile che questo fenomeno astronomico si verifichi sempre nell’esatto momento dopo 12 mesi semplicemente perché il moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole dura di più dei 365 giorni in cui è suddiviso convenzionalmente l’anno. Questo sfalsamento ammonta esattamente a 6 ore, 9 minuti e 10 secondi, che si tenta di 'correggere' ogni 4 anni aggiungendo un giorno a febbraio (anno bisestile). Ragione per la quale l’equinozio di primavera oscilla tra il 19 marzo e il 21 marzo. Quest’anno il Sole si troverà allo zenit dell’equatore alle 21:58 UTC (fuso orario del Tempo Universale Coordinato localizzato al Meridiano di Greenwich), le 22:58 italiane. Il fenomeno coinciderà di nuovo con il 21 marzo solo nel 2102, mentre per festeggiare l’evento il 19 bisognerà attendere il 2044.
Più luce che buio
Anche per quanto riguarda l’eguale numero di ore di luce e di buio, si tratta di una definizione indicativa. In realtà, infatti, alcuni fenomeni, tra cui gli effetti della rifrazione atmosferica, fanno sì che la lunghezza del giorno ecceda leggermente quella della notte. Inoltre l’equinozio, di per sé, dura un istante (quest’anno per l’appunto alle 22:58) e non può coincidere con un’intera giornata, motivo per il quale la suddivisione di luce e buio non può essere perfettamente simmetrica. Simmetria esatta che sfugge anche nella distinzione tra le 4 stagioni che, dal punto di vista meteorologico, iniziano qualche settimana prima rispetto alla definizione astronomica.
Il significato simbolico
Accanto al valore scientifico del fenomeno, per secoli l’equinozio di primavera ha giocato un importante ruolo simbolico. Segnando la fine dell’inverno, in diverse culture veniva celebrato con la festa dell’abbondanza, collegata alla rinascita della natura che riprende a fiorire dopo i mesi più rigidi.